Gli infusi e i decotti


Come usare i principi attivi contenuti nelle piante e nelle erbe per migliorare il funzionamento del nostro organismo.
L'uso delle piante medicinali è tra i rimedi terapeuti­ci più antichi utilizzati dall'uomo. La fitoterapia, cioè l'uso delle piante medicinali per la cura e la prevenzione di malattie, è una scienza oggi in fase di rivalutazione, che studia l'azione farmacologica dei principi attivi in esse contenuti. Con questo termine si fa riferimento ad alcune sostanze prodotte dalle piante (metaboliti, fitormoni, vitamine, alcaloidi, glucosidi, olii essenziali ecc.) che, una volta penetrate nell'organismo, sono in grado di interferire sul meta­bolismo o sugli agenti della malattia con effetti tera­peutici diversi.
Principi attivi purificati o prodotti mediante sintesi chimica sono largamente utilizzati anche dall'indu­stria farmaceutica nella formulazione di diversi pre­parati a uso terapeutico. In molti casi però si è visto che i principi attivi purificati presentano un'attività farmacologica inferiore a quella esercitata dalla pianta medicinale nel suo complesso. La pianta è infatti "un'unità terapeutica", nella quale il princi­pio attivo si trova associato con altre molecole (fitocomplessi) che ne esaltano l'attività e che vengono eliminate durante il processo di purificazione. Le operazioni di estrazione dei principi attivi, perché possano esercitare pienamente la loro azione tera­peutica, devono quindi essere condotte in modo tale da mantenere intatto il fitocomplesso.

I principi attivi - I più noti principi attivi vengono classificati come segue.
Alcaloidi: con questo termine si indicano diversi gruppi di sostanze che hanno in comune la presenza di almeno un atomo di azoto nella molecola, l'origi­ne vegetale e la capacità di produrre effetti precisi e spiccati sull'organismo. Tra queste sostanze si trova­no anche i più potenti

Perché fischiano le orecchie?

tinnito

Le malattie dell'orecchio provocano la comparsa di una serie di sintomi tipici, che è necessario conoscere e saper riferire al medico con una certa precisione, perché possono aiutarlo a porre una prima diagnosi e a decidere quali test, strumentali è necessario eseguire per confermare questo sospetto diagnostico.
Un fischio all'orecchio è il sintomo caratteristico costituito dagli acufeni, rumori estranei percepiti dall'orecchio, che possono avere la tonalità di un ronzio di insetto, oppure ricorda­re lo scroscio di una cascata.
Il fenomeno degli acufeni consiste nella percezione di un suono in assenza completa di stimolazione dei recettori cocleari.
Il paziente lamenta la percezione di suoni di vario genere, solitamente di tonalità acuta (fischi, ronzii, etc.), che possono anche avere una intensità tale da disturbare la normale funzionalità dell'apparato dell'udito. Le cause che sono alla base degli acufeni possono essere moltissime. In ogni caso si tratta di una stimolazione anormale di un punto delle vie acustiche, dall'organo del Corti fino  ad arrivare alla corteccia. Gli acufeni possono essere avvertiti solo da una parte o essere presenti contemporaneamente nei due orecchi; possono essere continui o presentarsi ad intervalli, secondo schemi temporali ripetitivi oppure senza una apparente regolarità. Degli acufeni è possibile misurare con una certa approssimazione la frequenza e l'intensità, chiedendo al paziente di confrontare la propria sensazione con suoni di diversa tonalità che gli vengono fatti ascoltare nell'apposita cuffia.
Gli acufeni possono anche esistere in assenza di una causa organica apparente; si parla in questo caso di acufeni psicogeni, o allucinazioni uditive semplici. Queste allucinazioni sono abbastanza frequenti. Fra le più comuni cause di acufeni si ricorda la presenza di

I capelli

hair

Questo ornamento della testa, oltre ad avere un grande valore estetico, svolge un'importante funzione protettiva.
Anatomia e fisiologia dei capelli - Anche se la cosa può apparire strana, i capelli non sono altro che peli e ne hanno la stessa struttura: presentano quindi una parte libera, il fusto, e un'al­tra infìssa nella cute, la radice. Il pelo sorge da una profonda piega nell'epidermide, chiamata "follicolo del pelo". Nel tratto di passaggio tra il fusto e la radice si osserva una lieve strozzatu­ra, il colletto. L'estremità della radice si rigonfia a pera (bulbo) che nei peli giovani è vuoto (bulbo ca­vo) mentre in quelli vecchi è pieno (bulbo pieno). Nel bulbo cavo penetra una prominenza della guai­na connettiva del pelo che costituisce la "papilla del pelo".
I capelli non tagliati possono raggiungere la lun­ghezza anche di un metro, mentre il loro diametro varia tra gli 0,85 e gli 0,08 millimetri.

La crescita - I peli (e i capelli) non hanno una durata permanente, ma presentano dei cicli che, nell'uomo, sono di circa mille giorni e comprendono tre fasi: anagen, catagen, telogen. La prima, o fase di cresci­ta, dura circa novecento giorni, la seconda, fase di transizione, ha la durata di 15-30 giorni: il capello è morto, ma rimane ancora infisso hel follicolo. La fase di telogen, è una fase di riposo, e dura circa tre mesi. Considerando quindi una capigliatura normale, di circa 100.000 capelli, si avrà l'85-90 per cento dei capelli in fase di anagen, l'1-2 in quella di catagen e il 9-14 in fase di telogen.
Una caduta giornaliera di circa 100 capelli rientra pertanto nella norma. I capelli crescono con una media di 0,30-0,35 millimetri al giorno. Il periodo di maggiore crescita è quello

Le bevande superalcoliche


superalcolici

Ottenute attraverso un processo di distillazione attribuito agli Arabi, hanno un alto contenuto di alcol e scarso valore nutritivo.
L'origine della produzione di bevande alcoliche si perde nel tempo: le prime civiltà mediterranee infatti già conoscevano a perfezione l'arte di produrre be­vande moderatamente alcoliche dalla naturale fer­mentazione degli zuccheri presenti nella frutta o nei cereali; vino e birra rappresentavano le comuni be­vande popolari in uso presso gli Egiziani, i Greci e i Romani.
Nonostante alcuni reperti archeologici testimonino come l'alambicco fosse noto fin dall'antichità agli Egiziani, il merito di aver scoperto l'arte della distil­lazione per la produzione di alcol da fermentati zuc­cherini o amidacei, viene attribuita agli Arabi. La distillazione, introdotta in Europa dai Crociati nel­l'anno 1100, per tutto il Medioevo fu essenzialmente sfruttata per la produzione di spirito a uso farmaceu­tico; la prima produzione di bevande superalcoliche risale infatti al 1500.
Le primitive acqueviti, per via del rudimentale pro­cesso di distillazione, presentavano spesso un gusto poco gradevole e venivano pertanto frequentemente addizionate con aromi o sciroppi aromatici per mi­gliorarne le caratteristiche organolettiche: fu così che ebbero origine i primi liquori. Il Rosolio, bevanda a base di petali di rose rosse, fiori di arancio, gelsomino, addizionati con cannella e garofano, il Ratafià a base di frutta, e il Maraschi­no di Dalmazia, fatto con le marasche, rappresentavano i liquori più diffusi e apprezzati nell'Italia rina­scimentale.
La produzione di bevande superalcoliche assunse carattere industriale vero e proprio solo nel 1700, quando l'acquisizione di metodiche più raffinate consentì la produzione di una grande varietà di distillati e liquori dalle acqueviti di vino (come Co­gnac, Brandy), alle acqueviti di malto (come Whisky, Gin) o ai liquori dolci (come Anisetta, Curaçao, Maraschino e diversi amari).
Da allora la produzione e il consumo di superalcolici ha subìto

I benefici dell'acqua e limone


limone

Il limone è uno degli agrumi più popolari e versatili. La sua popolarità è dovuta al suo sapore e al suo profumo che lo rendono ideale per aromatizzare molte ricette. Il limone è anche ampiamente usato in tutti i tipi di bevande da tè e cocktail a succhi di frutta. Da molto tempo viene usato anche per il suo valore medicinale, essendo tra l'altro, una ricca fonte di vitamina C.

Il limone possiede immensi benefici per la salute che vanno dalle sue proprietà antibatteriche e antivirali alle sue capacità di potenziamento immunitario. Uno dei modi più comuni per raccogliere i benefici per la salute del limone è quello di spremerlo. Il succo di limone agisce come digestivo e disintossicante e aiuta a pulire il fegato favorendo una migliore salute dell'apparato digerente.
Il succo di limone rappresenta anche un modo efficace per ridurre il peso in quanto aumenta il tasso metabolico del corpo. Per le persone che cercano di usare il limone per le sue capacità di perdita di peso, bere succo di limone con acqua calda a stomaco vuoto ogni mattina può produrre risultati sorprendenti. Insieme con i benefici di perdita di peso, bere acqua calda e limone ogni mattina ha anche numerosi altri vantaggi:

La dieta chetogenica


keto diet

Una dieta chetogenica è una dieta a basso contenuto di carboidrati che a volte viene utilizzata come trattamento medico per determinati gruppi di persone. La dieta chetogenica è a volte confusa con una dieta generale a basso contenuto di carboidrati o promossa come una tecnica di perdita di peso per le persone sane, ma non è raccomandata per la popolazione in generale. Cos'è un carboidrato? I carboidrati sono un nutriente importante. Sono un'eccellente fonte di energia per il corpo e il cervello e la maggior parte degli alimenti che contengono carboidrati forniscono anche vitamine, minerali e fibre per una buona salute dell'intestino.
In una dieta chetogenica, le persone mangiano una piccola quantità di carboidrati, una quantità moderata di proteine e una grande percentuale di grassi al giorno. Ciò significa che il corpo utilizza il grasso come principale fonte di carburante e lo scinde in "corpi chetonici" (o "chetoni") in un processo chiamato chetosi. Le persone che seguono una dieta chetogenica di solito

I dolci lievitati - panettone e pandoro


I dolci, tradizionali e non, contribuiscono a migliorare lo stato nutrizionale in quanto sono prodotti facilmente digeribili, sempre però che il loro consumo non sia esagerato.
Nell'alimentazione moderna i dolci lievitati sono prodotti di largo consumo, alcuni dei quali consumati tradizionalmente in periodi dell'anno ben determinati. I prodotti che appartengono a questa categoria sono numerosi (panettoni, pandori, colombe, veneziane, brioches ecc.) e insieme costituiscono la famiglia delle paste gialle a lievitazione naturale. Sono così chiamate in quanto per la loro produzione non si utilizzano lieviti chimici ma naturali: l'impasto "cresce" e raggiunge le dimensioni desiderate in seguito al lento, ma progressivo, lavoro fermentativo che i microrganismi effettuano in circa 24 ore, nel caso del panettone, in minor tempo per tutti gli altri prodotti.
L'impiego della lievitazione naturale richiede comunque un periodo di diverse ore di lievitazione e rappresenta una delle fasi più delicate della produzione, durante la quale si producono le modificazioni a carico dei componenti dell'impasto con lo sviluppo di anidride carbonica (che conferisce al prodotto finito le caratteristiche alveolature) e la produzione di composti aromatici.

I vantaggi della lievitazione naturale risiedono in una maggiore

Quando l'alcol non è nemico

brindisi cin cin

Il consumo dì alcol viene giustamente combattuto per i rischi che comporta, tuttavia questa sostanza può anche essere utile. Vì ricordate il vecchio detto: «Bacco, tabacco e Venere riducono l'uomo in cenere»? Ebbene, per l'alcol (oltreché, naturalmente, per Venere) esistono alcune importanti eccezioni messe in luce da ricerche condotte in questi ultimi anni. Naturalmente, in questo caso, è sempre molto importante stabilire sia la reattività individuale sia la quantità di liquido alcolico bevuto. Un paziente diabetico, per esempio, a parità dì alcol consumato è molto meno capace di tollerarlo in confronto a un soggetto del tutto normale. Questo è importante, soprattutto per chi guida un autoveicolo: ricerche condotte negli Stati Uniti, in Inghilterra e in Germania hanno infatti potuto dimostrare che una quantità di alcol del tutto normale ha nel sofferente di diabete lo stesso efletto che avrebbe in un soggetto sano un quantitativo tre volte superiore. Ciò è legato alle alterazioni

L'alcol, un nemico sottovalutato

alcolismo

In aumento, soprattutto fra i giovani, i casi di cirrosi epatica per eccessivo consumo di bevande alcoliche.
Un problema veramente grave anche se scarsamente conosciuto è quello dell'alcol: in Italia muoiono ogni anno circa 20.000 persone per cirrosi epatica, provocata nella maggioranza dei casi direttamente o indirettamente da bevande alcoliche. Inoltre, come la maggioranza delle droghe, l'alcol dà una forte dipendenza, che origina una grave crisi di astinenza quando se ne sospenda improvvisamente l'uso, senza un'adeguata assistenza medico-psicologica. L'uso esagerato di alcol ha anche un grave peso sociale sia per quanto riguarda l'ambito familiare (distruzione del nucleo familiare, influenza negativa sui minori) sia per quello sociale (basterebbe pensare al numero rilevante di incidenti stradali, spesso mortali, causati da guidatori in stato di ebrezza più o meno grave).
Gli effetti dell'alcol sono acuti (ebrezza alcolica) e cronici (alcolismo). L'azione dell'alcol presenta un duplice aspetto, è cioè bifasica: inizialmente dà euforìa, sicurezza di sé, ottimismo, aumenta anche la velocità dei riflessi; successivamente si ha una forma depressiva, nausea, vomito, emicrania. Gli effetti dell'alcol, poi, variano anche in rapporto

Il vino

wein

Bevanda alcolica fra le più antiche, di grandissimo interesse gastronomico, ha anche un elevato valore alimentare.
La storia di questa bevanda è incerta e confusa. In una tomba del XVI secolo a.C., situata nell'area mediorientale, sono visibili raffigurazioni di scene di vendemmia; intorno al 1000 a.C. il vino era diffuso in Grecia; veniva bevuto anche dai Romani, che avevano classificato il vino in tre qualità, in base alla diversa tecnologia di produzione. Il vino prodotto dai Greci e dai Romani era molto diverso da quello prodotto attualmente: era molto denso, liquoroso e sciropposo in quanto veniva lasciato al sole a concentrarsi in anfore di creta rivestite internamente di resine; talvolta erano aggiunte anche sostanze speziate o dolcificanti, come il miele. Tale vino non si beveva al naturale, ma veniva miscelato con acqua. Bisogna attendere fino al XVIII secolo perché si sviluppino tecnologie di produzione più simili alle nostre, ma solo in seguito, con Pasteur, si pongono le basi delle conoscenze scientifiche che sono servite come fondamento per lo sviluppo dei processi di vinificazione attuali.

Dall'uva al mosto - L'uva, che è il frutto della vite (Vìtis vinifera), è la materia prima per la produzione del vino. Durante la maturazione dell'uva gli acini in un primo tempo aumentano di volume, poi iniziano a cambiare colore, passando dal verde, tipico della clorofilla, a colori caratteristici per ciascuna varietà, dovuti a pigmenti colorati. In questa fase della maturazione la densità del succo aumenta in seguito alla sintesi degli zuccheri e diminuisce la sua acidità dovuta alla salificazione degli acidi liberi con potassio e calcio. La maturazione dell'uva si ritiene raggiunta quando si ha la massima quantità di zucchero e la minima di acidi. Questi parametri possono essere determinati per via organolettica: dall'aroma e dal sapore del succo, dalla consistenza degli acini e dalla facilità del loro distacco dal graspo. Esistono anche dei metodi non empirici per valutare il grado di maturazione dell'uva che consistono nel controllare la variazione del contenuto zuccherino e degli acidi mediante analisi effettuate sul succo d'uva a brevi intervalli di tempo. Con questi dati si determina un indice di maturazione che rappresenta il rapporto percentuale del contenuto in zuccheri e in acidi liberi (espressi come acido tartarico); tale rapporto può essere calcolato per ciascuna varietà di uva, e rappresenta un punto di riferimento per le annate successive, L'uva matura viene raccolta e selezionata, eliminando le uve ammuffite o immature che possono provocare una errata fermentazione, A questo punto si effettua, per compressione o schiacciamento, l'ammostatura o pigiatura delle uve che provoca la fuoriuscita del succo dagli acini; un tempo effettuata con i piedi, viene oggi eseguita con macchine pigiatrici che possono essere anche abbinate a diraspatrici (che allontanano i graspi). in taluni casi l'allontanamento dei graspi può essere

Le malattie renali

nierenerkrankungen

I reni costituiscono due filtri di importanza fondamentale per la nostra vita e le loro malattie possono avere gravi conseguenze.
Fra le varie malattie renali, alcune sono primitive, cioè non causate da altri processi morbosi, altre, invece, sono connesse alla presenza di forme patologiche che hanno colpito organi differenti. Prendiamo in esame dettagliatamente quelle più diffuse.

Glomerulonefrite acuta - È un'infiammazione dei glomeruli renali, spesso conseguenza di infezioni localizzate in altri organi. Fra le malattie renali è probabilmente la più conosciuta: si osserva in prevalenza nell'infanzia e nell'adolescenza e colpisce soprattutto il sesso femminile.
Spesso la malattia è preceduta da manifestazioni infettive a livello della gola (tonsillite, faringite acuta), delle vie respiratorie superiori e delle orecchie (otite) e da malattie esantematiche (scarlattina). Tuttavia, questo inizio non si osserva in tutti i casi. Generalmente, la glomerulonefrite acuta si associa inizialmente a un senso persistente di debolezza (astenia), malessere, alterazioni nella emissione di urina (oliguria), presenza di sangue nelle urine (ematuria), rigonfiamenti (edemi) soprattutto a livello delle palpebre, delle caviglie, dei piedi. Possono poi essere presenti anche dolori lombari, mal di testa, aumento della pressione arteriosa (ipertensione), disturbi nel sistema cardiocircolatorio.
Gli esami di laboratorio mettono particolarmente in evidenza la presenza di proteine urinarie (proteinuria), di globuli rossi (eritrocituria), di cilindri (cilindruria).
Solitamente, la malattia ha un andamento favorevole e si risolve nel giro di pochi giorni. Tuttavia nel 10-20 per cento dei casi si possono osservare complicazioni di vario tipo: talvolta si può così giungere a un'insufficienza renale cronica mentre in altri casi i sintomi, dopo essere apparentemente scomparsi, riappaiono.
Terapia: si basa prevalentemente

Gli infusi e i decotti

Come usare i principi attivi contenuti nelle piante e nelle erbe per migliorare il funzionamento del nostro organismo. L'uso delle...