Ottenute attraverso un processo di distillazione attribuito agli Arabi, hanno un alto contenuto di alcol e scarso valore nutritivo.
L'origine della produzione di bevande alcoliche si perde nel tempo: le prime civiltà mediterranee infatti già conoscevano a perfezione l'arte di produrre bevande moderatamente alcoliche dalla naturale fermentazione degli zuccheri presenti nella frutta o nei cereali; vino e birra rappresentavano le comuni bevande popolari in uso presso gli Egiziani, i Greci e i Romani.
Nonostante alcuni reperti archeologici testimonino come l'alambicco fosse noto fin dall'antichità agli Egiziani, il merito di aver scoperto l'arte della distillazione per la produzione di alcol da fermentati zuccherini o amidacei, viene attribuita agli Arabi. La distillazione, introdotta in Europa dai Crociati nell'anno 1100, per tutto il Medioevo fu essenzialmente sfruttata per la produzione di spirito a uso farmaceutico; la prima produzione di bevande superalcoliche risale infatti al 1500.
Le primitive acqueviti, per via del rudimentale processo di distillazione, presentavano spesso un gusto poco gradevole e venivano pertanto frequentemente addizionate con aromi o sciroppi aromatici per migliorarne le caratteristiche organolettiche: fu così che ebbero origine i primi liquori. Il Rosolio, bevanda a base di petali di rose rosse, fiori di arancio, gelsomino, addizionati con cannella e garofano, il Ratafià a base di frutta, e il Maraschino di Dalmazia, fatto con le marasche, rappresentavano i liquori più diffusi e apprezzati nell'Italia rinascimentale.
La produzione di bevande superalcoliche assunse carattere industriale vero e proprio solo nel 1700, quando l'acquisizione di metodiche più raffinate consentì la produzione di una grande varietà di distillati e liquori dalle acqueviti di vino (come Cognac, Brandy), alle acqueviti di malto (come Whisky, Gin) o ai liquori dolci (come Anisetta, Curaçao, Maraschino e diversi amari).
Da allora la produzione e il consumo di superalcolici ha subìto una incredibile espansione, confermata purtroppo dalla crescente diffusione dell'alcolismo, che riguarda fasce sempre più ampie della popolazione. Attualmente si preferiscono i superalcolici definiti "secchi" come Whisky, Vodka, Gin, Cognac e Grappa, a scapito dei liquori "dolci" come Sambuca, Amaretto, degli amari e degli aperitivi.
Tecnologia di produzione
Acqueviti - Le acqueviti sono delle bevande alcoliche prodotte per distillazione di mosti fermentati di frutta o di diversi cereali.
L'operazione fondamentale del processo di produzione delle acqueviti è la distillazione, che consente la separazione e la concentrazione dell'alcol etilico, contenuto in quantità ridotta nel fermentato, sfruttando la sua maggior volatilità rispetto alla soluzione acquosa del fermentato.
Il processo di distillazione in pratica consiste nel sottoporre il mosto fermentato a riscaldamento fino all'ebollizione; l'alcol etilico, per il minor punto di ebollizione, si separa per primo come vapore e viene immediatamente convogliato in una serie di tubi o dischi refrigeranti che ne provocano la condensazione. Si ottiene così il distillato che presenta tuttavia una composizione ancora piuttosto complessa: oltre all'alcol etilico, che conferisce al distillato una gradazione variabile da 40° a 80°, è infatti presente una limitata quantità di acqua che ne riduce la gradazione alcolica, aldeidi, esteri e acidi che conferiscono al distillato il tipico aroma e discrete quantità di alcol metilico, un composto tossico che tra l'altro altera le caratteristiche organolettiche del prodotto. Il distillato destinato alla produzione di acqueviti viene pertanto sottoposto a frazionamento, allontanando la frazione più volatile, ricca di alcol metilico, detta "di testa" e quella a bassa gradazione alcolica ricca di acqua, alcoli superiori e chetoni, detta di "coda", per raccogliere invece la frazione centrale del distillato, detta "cuore", che costituisce l'acquavite vera e propria. Il vero segreto della preparazione di una acquavite sta tuttavia nel successivo periodo di maturazione o invecchiamento, che consiste in una prolungata conservazione del distillato in fusti di legno di quercia o di rovere e consente il verificarsi di fenomeni di blanda ossidazione ed evoporazione, dovuti alla porosità del legno che, insieme alla lenta solubilizzazione dei costituenti stessi dei fusti, impartiscono alla bevanda quei requisiti organolettici che lo caratterizzano.
Liquori - I liquori sono bevande che presentano gradazione alcolica compresa tra i 25° e i 50°, preparate con alcol etilico, ridotto a gradazione di consumo per diluizione con acqua, aromatizzato con sostanze diverse, edulcorato con saccarosio, glucosio o miele ed eventualmente colorato con sostanze coloranti innocue.
Si riconoscono diversi metodi di produzione dei liquori, in relazione al tipo di materia prima utilizzata (alcol o acquavite) e al grado di miscelazione degli ingredienti (infusione o semplice mescolamento).
Alcuni liquori, come per esempio il Maraschino, si ottengono dalle acqueviti per aggiunta di zucchero e acqua al distillato originale, altri invece si preparano per miscelazione semplice di alcol rettificato, acqua, zucchero ed essenze aromatiche, altri ancora si ottengono per macerazione in alcol di vegetali aromatici, come erbe, radici e droghe varie, che conferiscono al prodotto un colore caratteristico e un notevole aroma, tipico soprattutto dei Fernet, China e amari digestivi in genere.
Le caratteristiche organolettiche e il bouquet di un'acquavite sono influenzate da numerosi fattori: la scelta del tipo di vino utilizzato è fondamentale per ottenere un prodotto di qualità, in particolare sono più indicati i vini bianchi a bassa gradazione alcolica piuttosto che quelli rossi o bianchi ad alto tenore alcolico; la cura effettuata nelle operazioni di distillazione, la scelta del tipo di legno che costituisce il fusto di maturazione e la durata del periodo di invecchiamento, sono determinanti per la preparazione di Brandy pregiati.
Il Cognac è anch'esso un'acquavite di vino, ma è prodotto mediante distillazione di vini tipici francesi, e più precisamente dei vini derivanti da uve coltivate nei dintorni della città di Cognac, nella Francia occidentale. Il Brandy italiano è quindi l'equivalente del Cognac francese, ma i distillati dei vini italiani non si possono chiamare Cognac perché la Francia, nel 1850, ha avocato a sé il diritto di questo nome.
Acquavite di vinaccia o Grappa - La Grappa è l'acquavite ottenuta dalla distillazione delle vinacce, sottoposta ad almeno tre anni di invecchiamento in fusti di rovere, per acquisire le particolari caratteristiche organolettiche. La Grappa, che è prodotta soprattutto in Piemonte e in Veneto, ha una gradazione alcolica di 48°-67° e può essere aromatizzata con ruta o con semi di anice.
Acqueviti di frutta - Dalla distillazione di vari tipi di fermentati di frutta, come ciliegie, prugne, mele, pere, fichi, albicocche ecc., si ottengono le corrispondenti acqueviti.
L'acquavite di sidro più apprezzata è quella di Calvados, prodotta in Normandia, in Francia, con mele di ottima qualità e con tecniche speciali che imprimono al distillato caratteri organolettici di pregio. L'acquavite di ciliegie è detta Kirsch, abbreviazione di Kirschwasser (acqua di ciliegia) e viene prodotta soprattutto nella Foresta Nera, in Germania, con ciliegie ben mature che vengono fermentate e poi distillate. Anch'essa acquista un migliore aroma e un sapore più raffinato se sottoposta a invecchiamento. Fra le altre acqueviti di frutta ricordiamo infine il Quetsch, prodotto con prugne o susine, proveniente dalla Jugoslavia, soprattutto dalla Bosnia, Dalmazia e Slovenia.
Acqueviti di canna da zucchero - La tipica acquavite ottenuta dalla distillazione del mosto fermentato della canna da zucchero o dai melassi della stessa, residui della preparazione del saccarosio, è detta Rum. L'America centrale, e specialmente la zona delle Antille, produce la maggior parte del Rum che viene importato in Europa, dove si consumano anche Rùm asiatici. Il migliore è sicuramente quello prodotto in Giamaica.
Se è stato distillato di recente, il Rum è incolore, ma se viene conservato a lungo nelle botti si colora alla stregua del Cognac, del Brandy e della Grappa; spesso per dargli un colore più intenso si colora con caramello. Il grado alcolico del Rum oscilla mediamente dai 50° ai 70°.
Acqueviti di cereali - Il Whisky, originario dell'Irlanda e della Scozia, è oggi la bevanda alcolica distillata più diffusa nel mondo; è ottenuto da fermentati di cereali saccarificati con malto per distillazione e successivo invecchiamento in fusti di legno per almeno tre anni.
Come è noto, esistono diversi tipi di Whisky prodotti principalmente in quattro paesi: Scozia, Irlanda, Stati Uniti e Canada. Si differenziano facilmente l'uno dall'altro perché sono prodotti con materie prime diverse, sottoposti a differenti lavorazioni, invecchiati in legni diversi eccetera.
I cereali normalmente impiegati sono: orzo e segale, che impartiscono al distillato un odore pronunciato, oppure mais e frumento, che danno invece un gusto più "liscio". Raramente viene commercializzato il distillato di solo malto d'orzo, detto "malt whisky", dal gusto piuttosto aromatico; generalmente infatti le varie marche di Whisky sono prodotte con miscela di diversi distillati.
In relazione alla zona di origine si distinguono diversi tipi di Whisky: il Whisky scozzese o Scotch whisky, che ha un caratteristico aroma di affumicato derivato dall'essiccamento del malto e che è ottenuto con miscele di orzo, segale e mais; il Whisky irlandese o Irish whisky, che è più corposo, colorato e profumato; il Whisky canadese, Canadian whisky, ottenuto da una miscela di malto e segale, poco corposo rispetto al Whisky irlandese, e di odore gradevole. I Whisky americani comprendono: il Bourbon, prodotto con segale, frumento e mais in vari rapporti tra loro, fermentati e distillati a concentrazione alcolica non superiore a 80°; lo straight, distillato a più basso grado alcolico; il grain neutrale ottenuto dal mais, ad alta gradazione.
La parola Whisky deriva dal gaelico usquebangh che significa "acqua di vita". Nell'antichità, infatti, questi prodotti erano già noti e consumati come medicinali per "ringiovanire" i vecchi e allungarne la vita; da qui il significato di "acqua di vita" che venne poi abbreviato nella parola "acquavite". La Vodka è anch'essa un'acquavite di cereali: è prodotta principalmente in Russia, ma anche in molti altri Paesi, tra cui la Polonia. La Vodka originale è ottenuta dalla distillazione del fermentato di grano e si presenta incolore in seguito a trattamenti con carbone attivo di betulla. Il prodotto viene poi sottoposto a un periodo di invecchiamento. In Russia si producono molti tipi di Vodka aromatizzata, per esempio con limoni, peperoncino, foglie di pere e di mele, anice, caffè. Infine il Gin è un'acquavite preparata con grano maltato o altri cereali, aromatizzata con bacche di ginepro che forniscono l'aroma alla bevanda.
Liquori - Per quanto riguarda i liquori, è più difficile, rispetto alle acqueviti, poter fare una classificazione sistematica. Si notano comunque grandi differenze fra gli amari e i tipici liquori dolci come l'Al- kermes o lo Cherry Brandy. Tra questi ricordiamo: il Maraschino, preparato in Dalmazia dall'acquavite di prugne addizionata a zucchero e invecchiata per quattro anni; la Chartreuse e la Benedectina, che sono distillati a base di erbe, preparati spesso nei monasteri; l'Anisette, un liquore di anice dolcificato tipico della zona di Bordeaux; il Curaçao, ottenuto per distillazione di una infusione alcolica di scorze di arancia.
I liquori amari si ottengono invece da infusi di erbe dalle caratteristiche amaro-aromatiche, sottoposti a prolungato invecchiamento in fusti di legno: l'amaro più diffuso è il Fernet, ottenuto per macerazione di molte erbe tra cui genziana, rabarbaro, china, aloe, che gli conferiscono le particolari proprietà toniche e stomatiche.
Valore nutritivo
Dal punto di vista dietetico i liquori e le acqueviti presentano uno scarso valore nutritivo: i costituenti essenziali sono rappresentati infatti da alcol etilico e da eventuali zuccheri semplici che svolgono esclusivamente un'azione termogena ed energetica. Il consumo di superalcolici, se praticato in modo irrazionale può facilmente indurre al sovrappeso, per il notevole apporto di calorie inutilizzabili e provocare ipercolesterolemia, iperuricemia e altri stati patologici. Tenendo conto che il valore calorico di 100 ml di Whisky è pari a 222 calorie, si intuisce come anche solo un bicchierino di liquore possa essere di troppo, specialmente dopo un abbondante pasto, rispetto al nostro fabbisogno calorico. Non'solo, non bisogna dimenticare che il costituente principale dei superalcolici è l'alcol etilico; un'assunzione smodata di tali bevande porta facilmente a eccedere la dose massima giornaliera di alcol consentita, pari a 50 g di alcol etilico, rappresentata per esempio da un quartino di vino e due bicchierini di liquore. In conclusione, è preferibile astenersi o comunque limitare al massimo il consumo di bevande alcoliche; se tuttavia non si vuole rinunciare al piacere del "liquorino" dopo cena, si consiglia di scegliere liquori stagionati piuttosto che di recente produzione, in quanto nel corso dell'invecchiamento essi si impoveriscono di quei componenti maggiormente tossici, come alcol amilico, butilico e propilico.
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