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Visualizzazione dei post da novembre 19, 2010

La selvaggina

Si potrebbe definire un alimento "per amatori" dato il suo gusto particolare, non a tutti gradito, e il consumo occasionale che se ne fa. Caratteristiche organolettiche e valore nutritivo - La selvaggina rappresenta un piatto d'eccezione sulla nostra mensa per la stagionalità del prodotto (legato alla stagione della caccia), per la sua scarsità (si tratta di animali che vivono allo stato libero) e per il costo elevato. La selvaggina si distingue in selvaggina a pelo (cinghiale, cervo, capriolo, daino, lepre, coniglio selvatico, orso, lontra, volpe) e selvaggina a penna o a piume (fagiani, pernici, beccacce, tordi, allodole, quaglie e anatre selvatiche). Le carni della selvaggina, denominate «carni nere» per il colore rosso-bruno, più scuro rispettò alle carni di animali di allevamento, possono rappresentare un'utile variante al menù abituale: garantiscono infatti un apporto proteico pari e in alcuni casi superiore a quello delle altre carni e contengono un