Come fare dell'escursionismo stando a stretto contatto con la natura e con la gente.
"Trekking" è un'espressione che deriva dal termine boero "trek", che significa "traccia" e, più precisamente, era il solco lasciato sul terreno dai carri trainati dai buoi che i boeri usavano per i loro spostamenti.
Il significato che ha acquisito oggi questa parola è, però, molto più ampio: semplificando molto le cose si può dire che il trekking è un'escursione in luoghi incontaminati dalla civiltà moderna, che dura più giorni e che viene fatta con mezzi primitivi, per lo più a piedi, ma anche a cavallo, con la piroga o altro. Questo non significa soltanto fare dello sport o scappare dal caos metropolitano, ma anche stare a stretto contatto con la natura e con la gente, conoscere civiltà diverse, studiare la storia dell'uomo.
Il trekking ha incominciato a diffondersi sempre più tra la gente comune e ad essere alla portata di tutti.
Dove - Si può fare del trekking praticamente in qualsiasi posto: l'ideale è la montagna, ma si può anche risalire un fiume, attraversare il deserto o percorrere sentieri vicino al mare. Un buona regola è quella di scegliere, in base anche alle proprie capacità e condizioni fisiche, un itinerario che corrisponda agli interessi personali. Per i principianti l'Italia offre una grande possibilità di scelta: sulle Alpi, sulle Prealpi e anche sull'Appennino ci sono tantissimi sentieri, facili da percorrere, lungo i quali si trovano rifugi e baite in cui ci si può sistemare per passare la notte. In questi luoghi generalmente la durata delle escursioni va dalla settimana ai quindici giorni ed è possibile organizzarsi in modo autonomo, consultando delle buone carte geografiche da richiedere ai Club Alpini locali. Per chi, invece, ha già avuto qualche esperienza di trekking e ha sete di avventura ci sono le
regioni selvagge dell'India, le montagne himalayane, le fredde lande del Canada e mille altri posti esotici in tutte le parti del mondo.
Come - I mezzi di trasporto che si usano nel trekking sono molteplici: come si è detto, generalmente si viaggia a piedi, ma si può andare anche con le slitte, con gli sci, in canoa o a dorso di cammello. Il discorso, in sintesi, è un po' questo: si decide di fare un certo percorso e, se si può, lo si fa a piedi, altrimenti si usano mezzi di trasporto occasionali, che, a seconda della situazione e del paese in cui ci si trova, possono essere i più disparati. Ad esempio, quando ci sono corsi d'acqua da attraversare o da risalire, si possono usare le canoe o le piroghe, oppure, se il tragitto è particolarmente faticoso, possono essere necessari degli animali da soma, dagli asini agli yak (buoi tibetani comuni nelle regioni himalayane). Ci sono, poi, anche degli itinerari organizzati da fare a cavallo o in bicicletta.
Chi lo può fare - La maggior parte della gente che fa trekking oggi in Italia ha un'età che va dai venticinque ai trentacinque anni, ma l'età conta relativamente in questo genere di attività. Chi vive il trekking in prima persona, ha potuto constatare che le persone "mature", cioè quelle attorno ai quarant'anni, riescono meglio perché sono più resistenti e hanno maggiori capacità di adattamento. Per riuscire, dunque, più che i muscoli conta la testa: è importante saper dosare le proprie energie in modo da avere sempre una certa riserva per eventuali situazioni di emergenza e bisogna avere spirito di avventura e la capacità di adattarsi anche a condizioni di disagio.
Prima di affrontare il viaggio, comunque, è sempre meglio fare una visita medica di controllo, soprattutto se si conduce d'abitudine una vita sedentaria e non si pratica da tempo un'attività sportiva.
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