La sete può avere molteplici significati e, comunque, indica sempre un bisogno dell'organismo di reidratarsi.
L'organismo umano è costituito per la maggior parte di acqua (circa il 75% nel bambino e il 60% nell'anziano) e questa quota deve essere mantenuta per un corretto espletamento delle funzioni vitali. Gli alimenti ne contengono un'alta percentuale (le verdure il 90%, la frutta l'80-90%; le carni e i pesci circa il 70%), inoltre molti cibi commercializzati allo stato secco come le paste alimentari, le farine, il riso, assorbono grandi quantità d'acqua durante la cottura e contribuiscono pertanto ad un suo apporto nell'organismo. Il fabbisogno di acqua da parte dell'organismo serve ad equilibrare la normale perdita giornaliera (circa 2500-2700 ml) che può essere influenzata dalle condizioni ambientali e dal tipo di alimentazione.
Nelle forme viventi, l'acqua risulta contenuta in due porzioni: intracellulare (cioè all'interno della cellula) ed extracellulare (ossia al di fuori della struttura cellulare). Tra la porzione intra ed extracellulare avvengono continui scambi che permettono il verificarsi di due situazioni fondamentali: il mantenersi di uno stato di equilibrio e lo scambio costante di sostanze indispensabili per la vita delle nostre cellule. L'acqua contenuta nel nostro corpo proviene per la maggior parte dall'esterno, dove viene assunta con gli alimenti e con i liquidi. Una parte invece è il risultato del metabolismo (cioè della trasformazione) delle varie sostanze. La quantità totale dell'acqua presente nel nostro organismo raggiunge l'incredibile quantità di 40-45 litri! L'acqua metabolica si forma nel rapporto di 14 grammi d'acqua per 100 calorie. C'è poi un ricambio dell'acqua: una perdita di acqua si verifica attraverso la sudorazione e la respirazione, tuttavia la quota maggiore è eliminata attraverso le feci e le urine (200 ml - 1-2 litri). L'equilibrio fra assunzione e perdita di acqua è sotto il controllo
dei reni che provvedono a eliminarne una quantità maggiore o minore in rapporto alla quantità di liquidi bevuti e alle diverse necessità dell'organismo stesso.
Un aspetto essenziale dell'acqua è dato dalla sua capacità di conservare disciolte talune sostanze (potassio, sodio, calcio, magnesio) che noi sappiamo essere assolutamente indispensabili per il normale funzionamento delle cellule.
La sete - Rappresenta lo stimolo che consente di mantenere equilibrata l'assunzione dell'acqua (e, naturalmente, anche di altri liquidi). È legata alla presenza di complessi meccanismi nervosi che segnalano la carenza di questo liquido e spingono l'organismo ad assumerne di nuovo. Attualmente, esistono due teorie che cercano di spiegare la comparsa dello stimolo della sete. Secondo la prima essa sarebbe semplicemente connessa all'essiccarsi della mucosa faringea. In questo caso, le ghiandole salivari svolgerebbero una funzione essenziale nel determinare la comparsa dello stimolo della sete. Una riduzione della secrezione salivare dimostrerebbe che le riserve idriche del nostro organismo sono cadute al di sotto della "quota dì sicurezza" e che è pertanto necessario intervenire con la somministrazione di liquidi.
Esperimenti molto suggestivi sono stati condotti da taluni ricercatori che hanno somministrato atropina (una sostanza in grado di bloccare la secrezione salivare) ottenendo così la comparsa di un violento desiderio di bere. Se si somministra, viceversa, una sostanza che antagonizza, cioè elimina l'effetto dell'atropina, con conseguente normalizzazione della secrezione salivare, avremo anche la scomparsa dello stimolo della sete. Ugualmente, anche altre sostanze in grado di bloccare il deflusso della saliva (per esempio, pilocarpina, acidi) causano la comparsa di una sete violenta.
Per i sostenitori della seconda teoria, invece, lo stimolo della sete è legato all'attività di un centro nervoso situato nell'ipotalamo, caratterizzato dalla presenza di particolari cellule, gli osmorecettori, che registrano le variazioni della pressione osmotica dei liquidi organici. Quando l'acqua presente nel nostro corpo si riduce per una qualsiasi ragione, si ha una concentrazione delle sostanze disciolte, con successivo aumento della pressione osmotica che stimola l'azione degli osmorecettori. Le cellule nervose del centro ipotalamico si eccitano, scaricano impulsi che hanno come conseguenza finale la comparsa della sete.
Particolari tipi di sete si hanno nel diabete mellito e in quello insipido: nel primo caso la sete è legata all'eliminazione dell'acqua che viene perduta insieme allo zucchero mentre nel secondo l'imponente perdita di liquido è legata a un'alterazione dei meccanismi di controllo per cui l'acqua, invece di essere immagazzinata nell'organismo, viene eliminata provocando di conseguenza una sua costante richiesta da parte del nostro corpo.
Essiccosi - Con questo termine abbastanza curioso si indicano tutte quelle forme in cui si verifica una perdita di acqua e di elettroliti (sodio, cloro, potassio ecc.). In sostanza, si possono verificare tre diverse condizioni.
Disidratazione totale per mancanza d'acqua. Si osserva ogni volta che si verifica uno squilibrio fra la quantità dei liquidi assorbiti e quella dei liquidi eliminati.
Può verificarsi in soggetti che, pur eliminando quantità maggiori di liquidi, continuano a mantenere una dieta asciutta, con una normale quantità di sale o in soggetti con una forte traspirazione e senza possibilità di bere un più elevato quantitativo d'acqua. I sintomi di questo tipo di disidratazione sono rappresentati da un violento senso di sete, pelle arida; la pressione arteriosa si conserva normale mentre l'urina diminuisce. In circa tre giorni si ha una riduzione del peso corporeo di circa cinque chilogrammi. Contemporaneamente compare un leggero aumento della concentrazione del sangue e del cloro in esso presente (ipercloremia). In questi casi, i sintomi vengono eliminati con la semplice somministrazione di acqua, senza l'aggiunta di sali.
Disidratazione per mancanza di sale: si verifica soprattutto (o esclusivamente) nelle malattie in cui si manifestano vomito e diarrea continuate e abbondanti. Compaiono debolezza intensa, male di testa; se non si interviene prontamente può insorgere uno stato di collasso. Perdite gravi di potassio possono causare anche un coma. Contemporaneamente si potrà riscontrare anche un aumento dei globuli rossi, delle proteine e della viscosità del sangue.
Disidratazione cellulare: si può osservare nel caso di diabete insipido, e in alcune nefriti croniche. La sintomatologia si basa soprattutto sulla presenza di sete intensa e di abbondante eliminazione urinaria. La
cura è possibile soltanto eliminando la malattia che produce i disturbi.
Come vincere la sete - Nei casi di sete normale, non legata cioè a particolari condizioni dell'organismo, è sempre necessario ricordare alcune regole fondamentali:
1) non bere mai bevande ghiacciate poiché l'azione del freddo sui recettori della faringe aumenta il senso della sete;
2) le bevande eccessivamente fredde, quando si è molto accaldati, possono agire anche negativamente a livello gastrointestinale, bloccando la digestione o provocando noiosi crampi intestinali;
3) il miglior antidoto contro la sete è una bevanda tiepida, o lievemente salata o amara (tè freddo, caffè freddo) ;
4) la bevanda scelta dovrà essere ingerita a piccoli sorsi: in tal modo si potrà prolungare al massimo il suo effetto dissetante.
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