Passa ai contenuti principali

L'educazione sessuale

sex education

Il sesso è un aspetto molto importante della vita e per questo deve essere insegnato come qualsiasi altra materia. La rivoluzione sessuale che stiamo vivendo esprime chiaramente l'intimo rapporto che esiste fra modo di considerare il sesso ed evoluzione dell'intera struttura sociale. Lo sviluppo industriale ha bruscamente mutato la connotazione del nostro Paese, che si è trasformato da nazione prevalentemente agricola a nazione industriale. Ciò ha comportato lo spostamento massiccio di milioni di individui che si sono visti messi bruscamente di fronte a una realtà (quella cittadina) fondamentalmente diversa da quella dei campi. Parallelamente, il maggiore benessere, l'aumento della cultura, la possibilità di raggiungere in età giovanile l'indipendenza economica e quindi personale hanno fatto "esplodere" il problema sessuale.
È particolarmente la donna che ha guidato questa rivoluzione (come anche negli altri campi, del resto): la donna d'oggi non vuole più vivere una vita dipendente, condizionata dal volere (o dal capriccio) del maschio. Non lo vuole nella vita in generale e in quella sessuale particolarmente. E proprio alla luce di questi fenomeni estremamente complessi, che si deve considerare l'importanza dell'educazione sessuale. In questo tipo di educazione l'importanza dei genitori (e più ampiamente dei membri della famiglia) è fondamentale. Il bambino, infatti, in particolare nella primissima infanzia, è fondamentalmente condizionato proprio dal comportamento (a volte completamente inconscio) dei genitori; il fatto che marito e moglie si scambino tenerezze, si sappiano comprendere, vivano armoniosamente anche la loro diversità insegna al bambino più di qualsiasi discorso.
Anche il fatto di vivere spontaneamente la vita familiare permette al piccolo di non avvertire le forzature che troppo spesso segnano la sfera sessuale. Così, il bambino che vede i suoi genitori farsi il bagno, che li osserva quando si vestono, si svestono ecc. può incominciare a capire le diversità fondamentali che esistono fra i due sessi e, contemporaneamente, vive questa scoperta nel modo più semplice e spontaneo possibile. Proprio questo costituirà il punto di partenza di un'educazione sessuale: il bambino comincerà a chiedere perché il papà è diverso dalla mamma o perché il fratellino è fatto così ecc. Le risposte dei genitori e soprattutto il "tono" con cui queste risposte verranno date segneranno profondamente il modo che successivamente il bambino avrà nel considerare i problemi legati al sesso.

Le prime manifestazioni sessuali - Diversamente da quello che pensavano educatori, familiari e medici soltanto cinquanta, sessant'anni fa, e cioè che il bambino fosse qualcosa di totalmente asessuale, i piccoli hanno manifestazioni sessuali assai precoci che si differenziano da quelle adulte, ovviamente, per il modo con cui si attuano. In sostanza, il bambino ricerca (come tutti) il piacere e l'apparato genitale è quello che già nella primissima infanzia può dargli delle forti sensazioni di piacere. Così scatta il meccanismo che porterà poi alla masturbazione (autoerotismo, onanismo): questa manifestazione inizia più o meno precocemente a seconda dei vari bambini e delle varie condizioni ambientali e raggiunge il suo massimo verso la pubertà. Proprio il problema della masturbazione (che le generazioni immediatamente precedenti vivevano in maniera segreta e terrorizzata) è un po' il cardine che misura la capacità dei genitori a vivere serenamente e responsabilmente la loro capacità di educatori. Sulla masturbazione si era raccolta tutta una letteratura assurda e falsa: che logora chi la esercita, che porta all'imbecillità, che rende successivamente incapaci di un rapporto sessuale normale ecc. In effetti, l'atto masturbatorio nei bambini e negli adolescenti è semplicemente un mezzo qualsiasi per raggiungere un determinato piacere. Non nasconde nulla di vergognoso o di riprovevole. Il genitore deve saperlo vivere in questo modo e giudicarlo da questo punto di vista. Questo tipo di piacere sarà successivamente sostituito da altri (sport, studio, impegno sociale ecc.) e il bambino potrà vivere serenamente questo passaggio senza alcun timore e senza sentire il bisogno di nascondersi.
I genitori che sapranno vivere questa esperienza nel modo più naturale non soltanto garantiranno ai figli una successiva vita sessuale del tutto priva di problemi ma, cosa ancora più importante, ne avranno conquistato completamente la fiducia. Il figlio saprà così che, in qualsiasi momento della sua vita, potrà rivolgersi ai genitori che sapranno, comunque, sempre capirlo e consigliarlo.

Omosessualità - Proprio l'evoluzione della società e la possibilità di assumere comportamenti sessuali più aperti ha portato alla luce un altro problema prima vissuto nel più impenetrabile segreto: l'omosessualità, cioè la tendenza ad avere rapporti sessuali con individui dello stesso sesso. Anche in questo caso bisogna avere le idee ben chiare per evitare di prendere cantonate colossali. Nei bambini e nei giovani (sino alla pubertà) l'atteggiamento omosessuale è, si può dire, la norma. I maschi e le femmine (in genere separatamente) confrontano i rispettivi organi sessuali, ne discutono e ne provano reciprocamente piacere. Questo rientra nella semplice legge della vita secondo la quale ciascuno tende, appunto, a provare il maggiore godimento possibile. Le manifestazioni omosessuali sia propriamente genitali sia mascherate da "amicizie esclusive", amico e amica del cuore ecc. continuano, in pratica, sino a quando il ragazzo e la ragazza ragazza raggiungono una maturità psichica (oltre che fisica) che permette loro di avere rapporti sessuali con gli esponenti dell'altro sesso.
Forme di omosessualità si possono poi verificare in persone rigorosamente eterosessuali che, per periodi più o meno lunghi, sono costrette a vivere in luoghi popolati esclusivamente da individui dello stesso sesso (collegi, carceri).
Il vero omosessuale, tuttavia, è colui che non prova alcun desiderio per l'altro sesso. In questo caso i genitori, quando si rendono conto delle tendenze del figlio o della figlia, non devono fare tragedie. Se l'omosessualità è completamente accettata e vissuta coerentemente da chi la esercita, deve essere rispettata né più né meno dell'eterosessualità. Il discorso naturalmente cambia quando l'omosessuale non si sente di accettare la sua "diversità", vivendola con un profondo senso di colpa. In casi di questo genere diventa indispensabile una terapia psicologica, l'unica che può portare a qualche risultato apprezzabile.
Perché un individuo diventa omosessuale? La risposta è estremamente difficile: quasi sempre alla radice di questo comportamento esistono dei profondi problemi inconsci, causati da alterate identificazioni con le figure materna o paterna. Solitamente, l'evoluzione psicosessuale del bambino lo porta a identificarsi, rispettivamente, con la figura del padre (per il maschio) e con quella della madre (per la femmina). Può però capitare che, per conflitti di tipo inconscio, questa identificazione non avvenga e il bambino si identifichi, si crei cioè come modello, il genitore del sesso opposto. Questa identificazione lo porterà poi a sviluppare una sessualità di tipo omosessuale. Ugualmente, anche uno scambio di ruoli nell'ambito familiare (madre imperiosa, decisa; padre debole, indeciso) può portare a un'inversione dell'usuale ruolo sessuale.
Comunque, qualunque sia la causa dell'omosessualità, anche in questo caso, come in qualsiasi altra manifestazione sessuale, l'importante è che sia vissuta nell'ambito familiare senza drammi. Al di là di qualsiasi giudizio (o pregiudizio) conta soltanto che il legame affettivo fra i membri del gruppo familiare non subisca lacerazioni di alcun genere e che l'omosessuale non debba vivere la sua esperienza sessuale con un complesso di colpa e con il senso doloroso dell'emarginazione.

Le mestruazioni - Oggi ormai la comparsa delle mestruazioni non provoca più alcun dramma, ma soltanto fino a pochi anni fa, molte ragazze si accorgevano con paura e vergogna di essere mestruate. Le mestruazioni facevano parte di un mondo esclusivamente femminile che vi aveva costruito sopra tutta una serie di miti, leggende e credenze che non avevano alcun riscontro nella realtà e che servivano soltanto a mantenere la donna in una condizione di subordinazione. Significativamente, poi, i membri maschili della famiglia erano tenuti rigorosamente all'oscuro di tutto quello che accadeva, di cui potevano percepire soltanto vagamente qualche segno. È di fondamentale importanza, invece, che le mestruazioni perdano completamente tutto il loro falso alone di mistero. Per ciò la madre ne deve parlare in casa senza alcuna preoccupazione e il padre se ne deve interessare come qualsiasi altro fenomeno che possa riguardare sua moglie. Più tardi, verso i 10-12 anni, madre e padre, utilizzando qualche pubblicazione medica semplice ma rigorosa, devono parlare insieme alla figlia di quello che si manifesterà. Tutto deve essere vissuto per quello che è: una manifestazione fisiologica, naturale, che segna un passaggio importante nella vita di una donna. Inizialmente, le mestruazioni potranno essere irregolari: apparire un mese, scomparire il successivo, riapparire, e così via. Anche la loro durata può variare moltissimo passando da 3 a 7 giorni. Soltanto dopo alcuni mesi (e talvolta anni) si avrà una completa normalizzazione del ciclo mestruale. Curiosamente, benché oggi la vita sessuale si sia enormemente normalizzata, rimangono degli strani tabù. Per esempio, tutti parlano delle mestruazioni alla ragazza, ma nessuno dice al ragazzo che, con l'inizio della pubertà, incomincia anche l'emissione dello sperma, l'ingrossamento dei testicoli. Ancora oggi, i ragazzi devono apprendere da amici cosa avviene in loro alla pubertà: molte volte la comparsa dell'eiaculazione, dopo una masturbazione, può spaventare il ragazzo che, d'altra parte, non se la sente di chiedere chiarimenti al padre o alla madre. Anche questo è un aspetto che i genitori devono tenere presente: tramontato il mito dell'"uomo forte", rimane, invece, la necessità che anche il ragazzo sia informato sulla sua evoluzione sessuale, in modo da evitare ignoranze inutili e, spesso, pericolose.

I rapporti sessuali - La "prova del nove" di una educazione sessuale equilibrata i genitori l'avranno quando i figli (maschi e femmine) cominceranno ad avvertire la necessità di avere rapporti affettuosi con gli altri. Se i loro genitori saranno stati sufficientemente aperti e spontanei e se saranno stati capaci di far considerare il sesso per quello che è (una delle più grandi forze della natura) tutto filerà via liscio. Si avranno così i primi rapporti sentimentali. I ragazzi si sentiranno straordinariamente diversi da tutti gli altri, considereranno la famiglia ancora come il rifugio sicuro, ma incominceranno a vivere una loro vita indipendente.
Se si sono abituati alla confidenza e alla fiducia parleranno delle loro avventure sentimentali senza alcun timore e potranno così sentirsi molto più sicuri proprio nel momento in cui devono per la prima
volta affrontare "l'altro" con tutte le difficoltà che questo implica.
Un'esperienza sessuale vissuta troppo precocemente può essere negativa, ma altrettanto negativo è l'isolamento, il terrore ossessivo di un rapporto sessuale. Anche in questa fase delicatissima, la figura dei genitori è insostituibile. Così, il problema degli anticoncezionali o del rischio di eventuali malattie veneree sono affrontati con sicurezza ben maggiore se possono essere dibattuti in casa, anziché fra amici o amiche che, spesso, sanno ben poco.
Chi deve educare sessualmente? - Indubbiamente risulta chiaro che la fase iniziale (e più delicata) dell'educazione sessuale è compito dei genitori, almeno di quelli che sentano di poterlo fare serenamente. Si ricordi sempre che nessun atto o comportamento sessuale infantile deve essere considerato vergognoso, ma di tutto si deve parlare con il bambino. Con il passaggio del bambino all'asilo, alla scuola elementare e media, i genitori dovrebbero cooperare con gli insegnanti che se la sentono di affrontare in classe questo argomento. I ragazzi, infatti, nelle condizioni scolastiche si sentono stimolati a parlare di questi argomenti. Inoltre, il fatto di poterne parlare fra ragazzi e ragazze, con la partecipazione dei rispettivi insegnanti, è molto importante perché toglie ai problemi sessuali tutta la falsa segretezza che può distorcerne il vero significato.

Commenti

Post popolari in questo blog

Tempi di digestione

  Quanto tempo ci vuole per digerire ? Questa tabella riassume la durata media di permanenza degli alimenti nello stomaco una volta ingeriti.

Dado vegetale ed estratto di carne

Dadi ed estratti di carne sono prodotti di scarso valore alimentare che hanno il solo scopo di ravvivare il sapore delle vivande. L'idea di utilizzare gli estratti di carne venne al chimico belga Justus Von Liebig nel secolo scorso, che ritenne in tal modo di risolvere il problema della conservazione del brodo, concentrando i principi nutritivi contenuti nella carne. Lo sviluppo industriale che si ebbe in seguito alla scoperta di Liebig fu anche favorito dalla grande disponibilità di carne dell'Argentina e dai problemi connessi agli scambi e al trasporto delle carni. Gli stabilimenti per la preparazione degli estratti di carne sorsero nell'America Meridionale dove la carne utilizzata per la trasformazione aveva un prezzo bassissimo dato che la maggior parte dei bovini veniva impiegata quasi esclusivamente per ricavarne pellame. Col tempo la situazione si è modificata, in seguito alla rapidità dei trasporti e allo sviluppo dei moderni mezzi di conservazione, per refri

il lavoro faticoso e pesante

Il lavoro muscolare pesante implica tutta una serie di rischi legati alla stessa fatica che può ritardare la capacità di reazione. Diversamente dal «lavoro a tavolino», un tipo di lavoro, cioè, leggero, intellettuale, «nervoso», legato quindi più all'attenzione e alla responsabilità che non piuttosto allo sforzo muscolare, oggi parliamo del lavoro considerato tradizionalmente, nel quale lo sforzo fisico occupa un posto prevalente. Questo tipo di lavoro interessa tutto l'organismo, giacché costringe qualsiasi organo o parte dell'organismo a intervenire. Essenzialmente è impegnato il sistema locomotore, ossia la struttura muscolare e ossea responsabile del movimento e capace di fornire l'energia indispensabile per compiere gli sforzi necessari all'esecuzione del lavoro.