Lo sport è importante non solo per sviluppare i muscoli ma anche per stimolare lo sviluppo intellettuale.
Ogni genitore coscenzioso si occupa della salute del proprio figlio, si preoccupa se lo vede troppo magro o troppo curvo in avanti e - giustamente - desidera che dedichi parte del suo tempo, oltre che allo studio, anche allo sport.
Pur essendo molto meritevoli per tutto ciò, i genitori solitamente sbagliano interpretando l'utilità dell'attività fisica in modo parziale.
La maggior parte della gente, infatti, considera il movimento semplicemente come uno strumento per la cura del corpo, ragionamento secondo il quale i ragazzi, per crescere bene, devono muoversi per diventare sani e robusti e studiare per sviluppare la loro intelligenza.
In realtà, l'attività motoria può essere usata anche per promuovere lo sviluppo della personalità del ragazzo e
non solamente per mantenere la salute, per sviluppare i muscoli o, addirittura, per "fabbricare" il campione.
Da parecchi anni ormai gli psicologi, hanno dimostrato quanto sia strettamente collegato il corpo con la mente e come siano importanti le esperienze motorie avute durante l'infanzia, per esempio, nel facilitare lo sviluppo dell'intelligenza.
Certamente non tutte le attività vanno bene, cioè non basta genericamente il movimento perché il ragazzo sviluppi il suo linguaggio corporeo o si formi una corretta immagine di sé o, ancora, perché eserciti in modo efficace la sua intelligenza. In generale si può dire che tutte le attività fisiche ripetitive, che non cercano risposte originali, ma che richiedono semplicemente la meccanica ripetizione di gesti prestabiliti non sono adatte a questo scopo. Non ci si deve stupire se i ragazzi si annoiano a frequentare i vari corsi di ginnastica: non hanno spazio per la loro creatività, ma devono semplicemente riprodurre - e il più esattamente possibile! - i movimenti suggeriti dall'istruttore e tutto questo per un astratto ideale di "salute", che è lontano mille miglia dal loro modo di pensare.
Il ragazzo ha bisogno di apprendere, desidera il nuovo e il diverso e non gli interessa ripetere quello che ha già imparato a fare.
L'attività fisica, d'altra parte, se è educativa è sempre stimolante e, quindi, anche divertente. Tra gli sport senza dubbio il gioco di squadra è quello che ha le più ampie possibilità di stimolare lo sviluppo psico-fisico dei ragazzi.
Nello sport di squadra tutte le qualità motorie vengono potenziate: il fatto che ci si debba muovere continuamente per il campo è un efficace esercizio della funzione cardio-respiratoria, la varietà dei movimenti, le partenze e gli arresti improvvisi, i salti e i cambiamenti continui di posizione stimolano, non solo lo sviluppo muscolare, ma anche l'equilibrio, la coordinazione, l'agilità e la prontezza. Sul piano strettamente fisico, dunque, l'efficacia di questo tipo di sport è indiscutibile.
Ma, oltre a ciò, il gioco di squadra è anche un ottimo esercizio dell'intelligenza, in campo bisogna ragionare in fretta, bisogna capire quali sono il momento e il modo giusti di intervenire, si deve sapere tenere sotto controllo una situazione che cambia continuamente; bisogna, insomma, comportarsi in modo intelligente.
Un altro aspetto molto importante dello sport di squadra è l'influenza che ha sullo sviluppo del carattere e della socialità.
Giocando si impara a stare con gli altri, a collaborare e, durante le partite, oltre a rispettare le regole, bisogna prendere delle decisioni rapide e sapersi assumere delle responsabilità. Pur essendo molto meno completi degli sport di squadra, anche molti degli sport individuali possono influire in modo benefico sullo sviluppo psico-fisico del ragazzo.
In queste attività logicamente il lato sociale non viene particolarmente favorito, ma, comunque, si può dire che in linea di massima vanno bene tutti gli sport che non sono ne monotoni ne ripetitivi e che - possibilmente - danno spazio anche ai rapporti tra coetanei.
Un aspetto che non va trascurato è che il ragazzo si diverta a praticare lo sport che ha scelto non soltanto durante le prime settimane o i primi mesi, ma anche quando incomincia a "diventare bravo". È importante insomma che l'attività fisica non divenga per il ragazzo un peso e basta.
Commenti
Posta un commento