Con il termine di "droghe leggere" si intendono generalmente i derivati della Cannabis indica, pianta urticacea, originaria dell'Asia orientale e occidentale. I più diffusi fra noi sono la marijuana (miscela di infiorescenza e foglie della canapa) e l'hashish (costituito da una resina ricavata dall'infiorescenza della pianta femmina).
In entrambi i casi, il principio attivo è costituito da tetraidrocannabinolo. Meno usati e più pericolosi sono l'olio di marijuana, che si assume per bocca, e l'hashish liquido, introdotto per via endovena.
Gli effetti della marijuana e dell'hashish - La marijuana viene consumata utilizzando pipe o sigarette, l'hashish, oltreché fumato, può anche essere mangiato.
Solitamente l'effetto ottenuto dall'uso della marijuana e dell'hashish è quello di dare un forte senso di
euforia, di distensione, di serenità, di ottimismo. Dopo aver usato questo tipo di prodotti, l'individuo si sente liberato dall'ansia e dall'angoscia. Di solito, i derivati della Cannabis indica non danno dipendenza fisica perché, solitamente, non esiste la necessità di un costante aumento della droga per conseguire sempre lo stesso effetto e perché l'assunzione, se limitata a un breve periodo, non dà, generalmente effetti dannosi. Come tutti i tranquillanti, dà, però, una intensa dipendenza psichica: l'individuo che si abitua a prendere marijuana o hashish per sfuggire ai suoi problemi quotidiani, alla fine finisce con
il non poterne più fare a meno giacché questo diviene l'unico mezzo per non soffrire.
L'uso prolungato di queste droghe leggere può però dare disturbi di tipo fisico, consistenti nella comparsa di congiuntivite, tachicardia, sete accanita, nausea, e può anche portare alla comparsa di una "psicosi da marijuana" in cui si accentua il distacco dalla realtà, e compare una forma confusionale che richiede spesso il ricovero al pronto soccorso. In taluni casi, piuttosto limitati e soltanto su base strettamente individuale, possono comparire anche segni di una sindrome di astinenza, consistente soprattutto in insonnia e stato di eccitazione sia di tipo psicologico sia motorio, cioè irritabilità, necessità di movimento, di azione.
Un primo passo vero le droghe pesanti? - Il problema più grave che riguarda le cosiddette droghe leggere è quello che si riferisce al loro significato di "predisposizione" al successivo uso delle "droghe pesanti": su questo punto i pareri dei ricercatori sono molto discordi e anche i dati riferiti sono estremamente contraddittori; da un punto di vista puramente statistico, risulta che il 50% dei consumatori di "droghe pesanti" ha fatto prima esperienze con la marijuana o l'hashish. Tuttavia, è più realistico calcolare quanti consumatori di canapa indiana passino poi effettivamente alle "droghe pesanti"; da questo punto di vista, i risultati appaiono indubbiamente più tranquillizzanti: sembra infatti che non sia superiore all' 1 % il numero di quelli che passano dalle droghe leggere a quelle pesanti.
I problemi psicologici - Il problema fondamentale per impostare correttamente la prevenzione e la terapia dei consumatori di questo tipo di droghe è capire la dinamica psicologica che li spinge a utilizzarle. Infatti, diversamente che per le droghe pesanti, è ancora possibile un buon recupero sociale e, soprattutto, interrompere la strada che può portare ad alterazioni psichiche irreversibili. Indipendentemente dall'ambiente sociale, il richiamo alla droga è legato a una incapacità di adattamento all'ambiente nel senso più ampio del termine: un individuo completamente sradicato da tutto ciò che lo circonda cercherà di compensarsi con qualsiasi mezzo e la droga leggera rappresenta il mezzo più semplice e, apparentemente, inoffensivo.
Il compito, quindi, di chi vive insieme o ha rapporti quotidiani con individui dediti alle droghe leggere, è proprio questo: costruire una serie di motivazioni, di impegni graduali, che permettano al drogato di sentirsi ancora in grado di superare gli ostacoli. Il superamento quotidiano, anche di difficoltà lievissime, riveste un'importanza fondamentale per questo tipo di individui che hanno, in sostanza, paura di vivere. È anche indispensabile che nell'opera di recupero siano coinvolti tutti: familiari, ambiente scolastico e di lavoro, strutture sociali e sanitarie.
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