La riduzione dei valori pressori può essere costituzionale, oppure causata da malattie o alterazioni improvvise.
Generalmente, la pressione di un individuo adulto e normale si aggira sui 120-130 millimetri di mercurio per la massima e di circa 80 millimetri di mercurio per la minima. Quando la massima è al di sotto dei 100 millimetri di mercurio si può parlare di ipotensione, cioè di una riduzione della pressione arteriosa.
Ipotensione essenziale - Si parla di ipotensione essenziale quando si ha una riduzione della pressione arteriosa non causata da manifestazioni morbose, ma semplicemente legata a fattori organici costituzionali. I soggetti che presentano queste caratteristiche non accusano alcun disturbo. In taluni casi si hanno dei sintomi piuttosto tipici: al mattino sono più lenti nel raggiungere una completa "carburazione": sono svogliati, sonnolenti, incapaci di impegnarsi immediatamente in sforzi di tipo sia fisico sia psichico. Sono facilmente propensi ad arrossire e a sudare, possono inoltre presentare facilmente delle forme di
depressione. Solitamente, poi, gli ipotesi tendono a fare le "ore piccole", poiché stentano ad addormentarsi.
Ipotensione ortostatica - L'equilibrio del nostro organismo è affidato a una serie di meccanismi compensatori che ci permettono di superare situazioni potenzialmente pericolose senza che succeda nulla di grave. Un caso tipico è quello che si verifica quando noi passiamo dalla posizione orizzontale a quella verticale. Durante questo passaggio la massa del sangue circolante tende, per effetto della forza di gravità, a scendere verso il basso, privando del sangue necessario organi molto importanti, primo fra tutti il cervello.
Questa tendenza è però generalmente contrastata da un meccanismo automatico di vasocostrizione, cioè un restringimento dei piccoli vasi che, in questo modo, conservano pressoché normale la pressione sanguigna.
Tuttavia, in taluni casi, questo meccanismo di autoregolazione non funziona e abbiamo allora la cosiddetta ipotensione ortostatica, cioè un abbassamento della pressione quando ci si alza dal letto o si passa comunque dalla posizione orizzontale a quella verticale. I sintomi più comuni e appariscenti sono costituiti da una sensazione di debolezza diffusa, pallore intenso, annebbiamento della vista, sensazione di "vedere scuro", nausea, vertigini e, in taluni casi, svenimento.
Un modo molto efficace per prevenire questo disturbo della pressione è quello di non alzarsi mai all'improvviso, passando bruscamente dalla posizione orizzontale a quella verticale, ma di farlo in due fasi: dapprima sedersi sul bordo del letto, attendere alcuni secondi e poi alzarsi definitivamente in piedi.
Sincope - È il tipico svenimento. La causa è da ricercarsi in una riduzione del "tono" dei vasi, cioè della loro capacità di "spingere" il sangue. Un meccanismo uguale è quello responsabile della "lipotimia", in cui il fenomeno si manifesta più gradualmente e la perdita di coscienza è meno completa. Una sincope può essere causata da diversi fattori: predominano, generalmente, quelli di tipo psichico: paura, angoscia, gioia intensa, dolore. Anche una stanchezza causata dallo stare in piedi per un periodo eccessivamente lungo (come fanno, per esempio, i soldati) può causare una sincope. Esistono dei segni che possono far sospettare ravvicinarsi di una manifestazione sincopale: si tratta di un malessere non ben definito, della comparsa del "sudore freddo", della sensazione di nausea e smarrimento, a volte come uno svuotamento del cervello, di una grande stanchezza che si fa sempre più marcata, associandosi a un intenso pallore. Si hanno vertigini, pulsazioni rapide, ma appena percettibili.
Poi si vede tutto nero e si ha lo svenimento. Generalmente, questo si supera in pochi secondi senza danno. Tuttavia è bene ricordare che uno svenimento prolungato può avere conseguenze anche molto gravi.
Una sincope particolare è quella che si manifesta in seguito alla compressione del seno carotideo, una piccola dilatazione, nel collo, dove la carotide comune si divide in carotide interna ed esterna. Il carotideo svolge delle funzioni di importanza fondamentale giacché controlla la pressione arteriosa e la frequenza del battito cardiaco.
Lesioni a carico del seno carotideo (arteriosclerosi) dell'apparato cardiovascolare oppure leggere compressioni sul collo, nel punto corrispondente al seno, possono causare svenimenti della durata di 2-3 minuti.
Nel nostro organismo esistono anche altre zone (naso, faringe, laringe, pleura, stomaco, testicoli, utero) che, se sottoposte a un trauma, possono causare una sincope.
Shock e collasso - Sono causati, rispettivamente, da una riduzione della massa del sangue circolante oppure da una eccessiva dilatazione dei vasi sanguigni. Lo shock può essere causato da emorragie gravi (sia interne sia esterne), ustioni, occlusione intestinale, diarree abbondanti o vomiti prolungati. I sintomi sono rappresentati da senso di torpore, polso accelerato e debole, apatia, pallore marcato, riduzione della temperatura corporea, della pressione arteriosa, accelerazione della respirazione che diviene superficiale, dilatazione delle pupille, riduzione dell'eliminazione dell'urina (oliguria). La terapia medica prevede la somministrazione di liquidi per via parenterale, per normalizzare il volume della massa sanguigna: trasfusioni di sangue totale, somministrazione di plasma, di soluzioni glucosate o fisiologiche (in presenza di una grave disidratazione o in attesa di una trasfusione), analettici o simpaticomimetici, analgesici, ossigenoterapia (se esiste un'insufficienza respiratoria), corticosteroidi e ACTH (ormone adrenocorticotropo), utili specie se esiste uno shock anafilattico, atropina, digitale. Il collasso (i cui sintomi sono pressoché analoghi a quelli dello shock) è provocato da malattie infettive gravi, fenomeni allergici, dolori intensi, lesioni cardiache gravi (per esempio, infarto).
Pronto soccorso - La prima misura da attuare è quella di fare affluire al cervello un quantitativo sufficiente di sangue: per ottenere questo si deve fare sdraiare il paziente tenendogli la testa in basso, sollevandogli le gambe di circa 45° gradi; a tale scopo si può utilizzare anche una sedia rovesciata sul pavimento così da poter servire di appoggio per le estremità inferiori.
È inoltre indispensabile verificare che la respirazione si svolga normalmente: quindi tirare fuori la lingua, togliere eventuali protesi dentarie e tutto quello che può ingombrare cavità orale e nasale. Il paziente va anche coperto per evitare una dispersione di calore che aggraverebbe ulteriormente le condizioni generali. In caso di sincope si devono allentare gli abiti e fare inalare sali aromatici o ammoniaca per accelerare la ripresa della coscienza. È sempre consigliabile, comunque, chiamare il medico o rivolgersi al più vicino pronto soccorso.
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