L’origine della vita viene dal mare; questo spiega l'importanza che ha per la nostra vita e il suo indiscutibile fascino. Per ottenere i risultati migliori e maggiormente prolungati nel tempo, anche per il mare è bene prepararsi e conoscerne le caratteristiche più importanti.
Conoscere il clima marino - Soprattutto il clima marino costiero è importante per la maggioranza di chi si reca al mare per un periodo di vacanza, essendo caratterizzato dalla mancanza di violenti sbalzi (in confronto alle regioni situate nell'entroterra o a quelle montane). L'azione di regolazione del calore esercitata dalla vasta massa d'acqua e la forte evaporazione (che assorbe circa il cinquanta per cento del calore liberato dai raggi solari che urtano la superficie dell'acqua) permettono di avere una temperatura
relativamente uniforme.
L'umidità è piuttosto elevata, ma il grado igrometrico (cioè la differenza di umidità fra le varie ore della giornata) è relativamente costante, e ciò evita quel senso di malessere legato alle brusche variazioni igrometriche. Anche la pressione atmosferica risulta piuttosto elevata e i venti si alternano con una notevole regolarità, spirando da mare o da terra, in relazione alle ore della giornata. Intensa è la riflessione dei raggi ultravioletti, mentre quelli termici sono assorbiti dall'acqua. La purezza dell'aria marina è elevata, essendo pressoché priva di pulviscolo e di germi, mentre è particolarmente ricca di ozono, soprattutto in vicinanza delle spiagge dove il moto ondoso è più intenso. L'aria marina è anche ricca di cloruro di sodio, di iodio e di bromo, questi ultimi legati alla presenza nell'aria di talune alghe, invisibili. Per una più chiara scelta delle vacanze al mare, bisogna ricordare che il clima marino rallenta la frequenza della respirazione, accentuando il consumo dell'ossigeno e l'espirazione di anidride carbonica, si ha pure un rallentamento della pulsazione e un aumento della pressione arteriosa. Risultano pure migliorate le condizioni del sangue e la funzionalità della pelle.
Per prepararsi alle vacanze marine - Se vi recate al mare con l'intenzione di non limitarvi a trascorrere tutto il vostro tempo placidamente sdraiati su una sedia a sdraio, sotto un ombrellone, è meglio che incominciate a prepararvi gradualmente a quegli sforzi fisici che dovrete affrontare.
- Ginnastica: rappresenta sempre la base di ogni attività sportiva. Potete incominciare a fare esercizi di estensione-flessione delle braccia e delle gambe, esercizi con le molle, con i pesi, iniziando con carichi modesti e aumentandoli gradualmente. Le prime volte basteranno 5-10 minuti per poi raggiungere i 15-20 minuti giornalieri.
- Immersione nella vasca da bagno: immergete il viso nella vasca da bagno riempita con acqua appena intiepidita. Dapprima l'immersione sarà di qualche secondo, poi verrà prolungata. L'esercizio serve per quelli che vorranno praticare immersioni in apnea.
- Salto della corda: iniziate per un periodo di non più di 5 minuti e, in seguito, arrivate sino a un massimo di 15-20 minuti. Serve per la coordinazione dei movimenti, l'elasticità e la flessibilità delle articolazioni.
- Passeggiate in bicicletta: al mattino presto, a velocità moderata oppure utilizzando la bicicletta ergonometrica a casa. Abituarsi a una pedalata agile, che consente la formazione del "fiato". Alternare scatti a periodi di riposo così da abituare i sistemi cardiovascolare e respiratorio a richieste improvvise.
- Capacità di reazione: potete controllarla mettendo una sveglia in una stanza relativamente lontana da quella in cui dormite e valutando il tempo che impiegate per andare a bloccarne la soneria al mattino. Questo metodo estremamente semplice influisce anche sulla capacità di adattamento cardiopolmonare, sulla capacità respiratoria e sullo scatto (se vi svegliate!).
- Prova con la palla: l'uso di una comune palla di gomma e la possibilità di disporre di un piccolo cortile possono risultare molto utili per abituare alla precisione dei vari movimenti di lancio, presa ecc., per sviluppare la muscolatura del complesso avambraccio - braccio - spalla; per rendere più agili i movimenti della vita e più rapidi i riflessi.
Gli sport al mare
Fra gli sport che più comunemente potrete fare al mare ci sono il tennis, da praticare, se possibile, al mattino presto o alla sera dopo il tramonto. Cercate di evitare le ore più calde della giornata per non sottoporre l'organismo a uno sforzo eccessivo o a forme rilevanti di disidratazione. Un altro sport molto diffuso sulle spiagge è la palla a volo. Anche per questo si devono seguire alcune precauzioni: non eseguirlo immediatamente dopo i pasti, evitare le ore più calde; non prolungarlo eccessivamente, soprattutto quando non si è più molto giovani.
Molto indicate, dove possibili, sono le passeggiate in bicicletta (passeggiate, non gare) particolarmente dove esistano ampie pinete così da associare l'effetto positivo del clima marino con quello delle pinete e il movimento regolare ed equilibrato proprio della bicicletta.
Windsurf - Esercita un richiamo fortissimo soprattutto fra i più giovani. E uno sport che inganna per l'apparente facilità con cui viene eseguito dai più esperti, mentre in realtà richiede uno sforzo prolungato e diffuso di tutto l'organismo. Sforzo muscolare e frequenti immersioni provocate dai rovesciamenti delle tavole portano l'organismo, particolarmente agli inizi, a una condizione di profondo affaticamento. Non allontanatevi pertanto dalla costa, all'inizio, e riducete i tempi in cui rimanete in acqua. Interrompete spesso la posizione verticale per accucciarvi sulla tavola galleggiante. Rientrate immediatamente quando avvertite i primi brividi. Ricordatevi che nel windsurf sono molto facili i crampi muscolari: quindi prima di partire cercate sempre di fare una serie di esercizi per preriscaldare la massa muscolare.
Sport subacqueo - E uno sport affascinante, ma che può diventare notevolmente pericoloso, se esercitato con leggerezza. Non praticate mai questo sport in solitudine e iniziatelo con molta cautela raggiungendo dapprima profondità di pochi metri. Soltanto se vedete che il vostro organismo risponde perfettamente allo sforzo potrete raggiungere gradualmente profondità e tempi di immersione sempre maggiori. Immersione in apnea: durante l'apnea manca la funzione polmonare (ventilazione): si ha quindi una riduzione della quantità di ossigeno presente nel sangue e un aumento dell'anidride carbonica. Sono questi due fattori che determinano il tempo dell'apnea. La possibilità di aumentare il tempo di apnea è legata, da un lato, a caratteristiche fisiche (ampiezza del volume polmonare) e, dall'altro, all'allenamento e alla capacità di adattamento dei singoli individui. I pericoli legati all'apnea sono dovuti alla possibilità di una perdita di coscienza, causata da un uso errato della iperventilazione; alla comparsa di un rallentamento del ritmo cardiaco (bradicardia), all'insorgenza di un edema polmonare, al manifestarsi di emorragie sottocongiuntivali e alla lesione del timpano. Quest'ultimo pericolo può essere evitato ricorrendo alla cosiddetta manovra di "compensazione" che consiste nel lasciare sfuggire poca aria dalla bocca, di tanto in tanto, e muovendo contemporaneamente la mandibola così da conservare libere le tube di Eustachio e mantenere in equilibrio la pressione sui due lati della membrana del timpano.
Immersione con autorespiratori: è quella che presenta i rischi maggiori per il più lungo tempo trascorso sott'acqua e la possibilità di raggiungere profondità elevate. Si distinguono due tipi di respiratori: ad aria e a ossigeno.
Immersione con respiratori ad aria: il gas viene erogato tramite una valvola (analogamente a quelli per ossigeno) che garantisce una pressione all'interno del sistema respiratorio uguale a quella che si trova nell'ambiente esterno. I problemi maggiori con questo tipo di respiratore si hanno nel fatto che la quantità di azoto che si scioglie nel sangue è proporzionale all'aumento della sua pressione parziale. Così, a una profondità di 20 metri l'aria viene respirata a una pressione di 3 atmosfere, l'azoto presenta un aumento di tre volte della sua pressione parziale e triplicato è pure il suo volume che si scioglie nel sangue. L'incremento della quantità di azoto nel sangue produce un effetto anestetico. A circa 50 metri di profondità la pressione parziale dell'azoto aumenta di circa 6 volte e a questa profondità il soggetto può perdere completamente la sua capacità di controllo e abbandonarsi ad atti irresponsabili, come togliersi il boccaglio dalla bocca, o divenire incapace di valutare esattamente il periodo di tempo trascorso in immersione.
Un pericolo inverso si presenta quando si tratta di risalire: in questo caso la velocità di risalita riveste un'importanza fondamentale giacché tutto l'azoto disciolto nei tessuti deve venire portato agli alveoli polmonari in fase liquida e qui passare alla fase gassosa. Perché ciò avvenga è necessario che la risalita si compia seguendo scrupolosamente le tabelle dei tempi previsti per le varie profondità. E anche necessario che il subacqueo resista al fascino degli abissi e abbia un'autonomia sufficiente per potere risalire. senza alcun rischio.
Immersione con respiratori a ossigeno : sono di uso limitato (quasi esclusivamente militare) per l'elevata tossicità di questo gas nei riguardi dei tessuti. Il tempo di immersione non deve superare i 15 minuti e la profondità deve aggirarsi sui 20 metri.
Le cure da praticare al mare
Il mare può essere utilizzato anche a scopo curativo. Da questo punto di vista risultano particolarmente importanti l'elioterapia (la cura con il sole) e le sabbiature.
Elioterapia - È solitamente eseguita in alta montagna, ma con molta pazienza e prudenza si può effettuare anche sulle spiagge. L'elioterapia non è un metodo da seguire con leggerezza poiché può provocare disturbi abbastanza frequenti (debolezza, incapacità di concentrazione, mancanza di appetito, aumento della temperatura corporea, eritemi, reazioni infiammatorie di vario tipo) che talvolta possono anche divenire relativamente gravi.
La cura elioterapica può essere effettuata in maniera locale o generale. Inizialmente si compirà un trattamento locale e poi si passerà a quello generale. Si potrà così cominciare a esporre per cinque minuti le gambe e le cosce, il giorno seguente si passerà all'addome, e così via sempre nella stessa proporzione di tempo, arrivando fino al collo. Soltanto quando la cute risulterà perfettamente abbronzata si potrà permanere al sole per periodi di tempo di diverse ore.
Sabbiature - Note anche con il termine di bagni di sabbia. Rappresentano una forma molto semplice di termoterapia, che deve essere tuttavia seguita soltanto dietro una precisa richiesta medica. Si esegue utilizzando sabbia ben asciutta e, generalmente, viene limitata agli arti inferiori. Per una sabbiatura totale si devono seguire tempi precisi, variabili caso per caso, e soprattutto si deve disporre di un sistema cardiovascolare perfettamente in ordine, per evitare rischi di collasso o reazioni infiammatorie a carico dei vasi sanguigni.
Come abbronzarsi - Gli abbronzanti sono assolutamente indispensabili per una protezione quanto più completa possibile della cute. Bisogna comunque ricordare che anche i migliori abbronzanti, mentre offrono una protezione sufficiente contro i raggi ultravioletti, sono assai meno efficaci contro i raggi calorifici e quindi sussiste sempre il rischio di scottature (eritemi) solari anche relativamente gravi. L'abbronzante dovrà essere sempre sparso sull'intero corpo sin dalle prime ore del mattino, così che risulti perfettamente assorbito quando i raggi solari raggiungeranno la loro massima intensità. Anche dopo il bagno (e relativa doccia) è consigliabile riutilizzare l'abbronzante. Soltanto quando la pigmentazione della cute sarà perfetta, si potrà fare a meno dell'abbronzante artificiale, affidandosi all'azione di quelli naturali. Per pelli capaci di una buona reazione pigmentaria (particolarmente quelle scure) si può usare un metodo molto semplice ed efficace di abbronzatura: bagnarsi di primo mattino con l'acqua di mare ed esporsi direttamente al sole senza asciugarsi. I cristalli di sale agiscono come milioni di piccole lenti che accentuano l'azione solare. In questo modo si può accelerare e intensificare l'abbronzatura. Tale metodo è tuttavia assolutamente sconsigliato per tutti quelli che hanno carnagioni chiare più facilmente esposte a dolorose scottature.
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