Questo periodo rappresenta una fase relativamente delicata nella nutrizione infantile.
Svezzamento significa allontanamento dal seno e il termine viene usato per indicare, in genere, la sostituzione di una poppata al seno con un pasto artificiale. Lo svezzamento deve essere lento e progressivo e solitamente dovrebbe iniziare verso il
5°- 6° mese. Può però anche succedere, per cause gravi e indipendente dalla volontà della madre come una improvvisa mancanza di latte (agalattia), una malattia o addirittura la morte che lo svezzamento si debba effettuare in maniera rapida.
Come regola è da evitare l'inizio dello svezzamento se il bambino presenta delle irregolarità intestinali o è colpito da malattie infantili.
Alcune regole da seguire - Inizialmente, lo svezzamento contempla la somministrazione di tre pasti di latte e una pappa e, in seguito, due pasti di latte e due pappe (nel piatto con il cucchiaino). In quest'ultimo caso, la distribuzione dei pasti può avvenire in questo modo: mattino, latte solo o con biscotti; mezzogiorno, la pappa e la frutta; verso le 16, merenda che può comprendere latte o tè con biscotti o una pappa dolce; sera, pappa e frutta. Secondo la maggioranza dei pediatri i biscotti (del tipo secco) non dovrebbero mai essere concessi prima dei quattro mesi e mezzo. Inizialmente verranno disciolti nel latte e in seguito (sesto-settimo mese) verranno dati interi o frantumati (in relazione alla dentizione). Nello stesso modo si potranno dare grissini, fette biscottate ecc., mentre per i crackers si dovranno seguire particolari cautele, soprattutto nel caso di bambini eccessivamente grassi o che presentano una sudorazione eccessiva, pur bevendo scarsamente. Quando si sarà abituato il bambino ad accettare il brodo vegetale, si potrà passare ai passati di verdure iniziando con patate e carote (le più accettate, in genere) e successivamente ricorrendo agli altri vegetali. Si deve sempre considerare che le verdure verdi possono causare talune variazioni nella frequenza delle evacuazioni intestinali e, pertanto, l'aggiunta di nuove verdure deve sempre essere fatta in maniera graduale e prudente.
I vegetali saranno bolliti per oltre due ore, con un fuoco lento e con poca acqua. In seguito si passeranno e si aggiungeranno alla minestrina.
Le verdure sono ricchissime di vitamine (e devono essere quindi consumate appena cotte per utilizzare al massimo il loro contenuto vitaminico) e in sali minerali. Contengono inoltre cellulosa, amido, pochi zuccheri, scarse proteine e scarsissimi grassi. Molte volte, poi, le loro caratteristiche le rendono potenzialmente dannose: è questo il caso, per esempio, degli spinaci, che pur avendo un ricco contenuto di proteine e sali minerali, sono sconsigliabili per il tenore in acido ossalico, che riduce nettamente l'assorbimento del calcio nell'intestino, elemento utilissimo per i normali processi di ossificazione del bambino. L'uso della frutta può iniziare dal 4° mese: banane grattugiate o frullate, pere, mele, pesche. Le prugne (data la loro azione lassativa) saranno date dopo l'anno. Se lo svezzamento inizia verso il 4°- 5° mese può essere utile (soprattutto per le mamme alla loro prima esperienza) utilizzare gli omogeneizzati di carne, che risultano estremamente comodi da usare. Successivamente, oltre il sesto mese, e con l'acquisizione di una maggiore sicurezza materna, si potrà utilizzare carne fresca, magra, di manzo, vitello, coniglio o pollo (cosce, petto), che sarà prima bollita per un tempo prolungato, poi frullata. La carne verrà aggiunta alla pappa di mezzogiorno, nella quantità di 40-60 grammi. Un altro alimento il cui uso può iniziarsi verso il 4°- 5° mese è il pesce, nutrimento molto importante per il suo elevato contenuto in fosforo. I pesci da utilizzare sono quelli magri (sogliola, merluzzo, dentice, branzino, trota) che vanno bolliti in acqua leggermente salata, e poi frullati. Saranno serviti al bambino con qualche goccia di olio e succo di limone. Dopo i sei mesi si può incominciare a dare al bambino anche del rosso (tuorlo) d'uovo nella misura di un cucchiaino da aggiungere (crudo) alla minestra. L'uovo si può somministrare frullato insieme a zucchero e a succo di limone. Soltanto dopo l'anno si potrà dare un uovo completo, non più di una volta alla settimana. Anche per i formaggi è necessario seguire uno schema prudenziale: così, fra i quattro e i cinque mesi si daranno soltanto i formaggi meno grassi (mozzarella, parmigiano reggiano, formaggi ipolipidici appositamente preparati). Verso i sei mesi si potranno utilizzare formaggi considerati semigrassi, come fontina e Bel Paese. Solo molto più tardi si potrà passare a formaggi più ricchi di grassi (come l'Emmental svizzero).
Attualmente si stanno affermando anche altre tendenze che mirano a ridurre (o anche a eliminare totalmente) l'apporto di alimenti carnei, maggiorando l'introduzione di proteine animali ottenute dal latte oppure di proteine vegetali presenti nelle verdure con cui vengono preparati i brodi e le pappe.
Problemi particolari dello svezzamento - In genere sono transitori e non gravi. Anche questo particolare periodo della vita infantile è stato influenzato da tutta una serie di "miti" ancorati a vecchie concezioni. Il problema si pone, in particolare, per quei lattanti che sono stati alimentati al seno materno per un periodo di tempo eccessivamente lungo e che, per tale motivo, si sono abituati a percepire un solo tipo di sapore. In questo caso il bambino, molto probabilmente, si rifiuterà di alimentarsi con le decozioni latteo-farinose o con le minestrine. Ma, anche in tali casi, basterà avere molta pazienza e ritentare ogni giorno, passando da pochi cucchiai a dosi progressivamente maggiori. Se il rifiuto è totale, bisogna sospendere del tutto i tentativi di aggiungere i nuovi alimenti e riprendere dopo alcuni giorni. Un comportamento di questo genere garantisce, entro qualche mese al massimo, il passaggio al nuovo tipo di alimentazione senza creare problemi soprattutto a livello gastrointestinale. La gradualità del passaggio è anche indispensabile per non provocare nel bambino la comparsa di forme di nervosismo o d'insonnia.
Un problema opposto può invece manifestarsi se lo svezzamento viene fatto troppo precocemente (terzo mese anziché quarto o quinto): in questo caso, infatti, il bambino può abituarsi al gusto del brodo vegetale, carne o passati di verdura e rifiutare qualsiasi tipo di alimento latteo, causando così un deficit di proteine di tipo animale. Perciò sarà necessario integrare il brodo con preparati ricchi di proteine del latte o con idrolizzati di proteine. Possono essere anche utilizzati precocemente gli omogeneizzati di carne (particolarmente di tipo iperproteico) o integratori alimentari con un elevato contenuto proteico. Un altro tipo di problema (non grave, ma relativamente noioso) è quello di fare passare il bambino dal seno o dal biberon alla tazza, piattino, cucchiaio ecc. Per il bambino allattato al seno si può integrare l'alimentazione dei cibi solidi con del latte in tazza e poi offrirgli ancora il seno fin quando è sazio. Continuando così per qualche settimana si vedrà il bambino rinunciare spontaneamente alla poppata al seno, che finirà per avere soprattutto un valore simbolico. L'ultima a essere abbandonata sarà la poppata serale che svolge una duplice funzione: regolatore intestinale e tranquillante psicologico.
Per lo svezzamento dal biberon è necessaria la stessa gradualità: partendo dal 4°- 5° mese si potrà incominciare a far bere i succhi di frutta e l'acqua in una tazza o bicchiere. In tale modo, verso il 6° mese il bambino si sarà già abituato a utilizzare questo recipiente. Potete anche ricorrere a una specie di "compromesso": usare un bicchiere con beccuccio e coperchio, così da facilitargli il distacco dal biberon e impedire che si rovesci addosso tutti i liquidi. Intanto, comincerete con l'eliminare uno dei biberon giornalieri (quello della sera o del mattino presto): nell'intervallo fra i pasti, che si va allungando, potrete dargli succhi di frutta o qualche biscotto.
Durante lo svezzamento dovete anche prepararvi ad affrontare delle situazioni di emergenza: infatti il bambino, dopo un periodo in cui subirà passivamente l'imboccamento del cibo, cercherà di introdurre in bocca gli alimenti, aiutandosi con le mani. Qui sarà necessaria tutta la vostra pazienza: converrà lasciarlo fare con le mani, che userà come cucchiai, immergendole nelle pappe o nei succhi di frutta e poi leccandosele con evidente soddisfazione. Lasciatelo fare. Preparate piuttosto dei cibi (dischi di carote, dadetti di formaggio, pezzi di pane imburrato) che può afferrare con relativa facilità e portare alla bocca. Ugualmente, già al 6° mese, potete incominciare a lasciargli maneggiare un cucchiaino che dapprima sarà considerato un semplice oggetto con cui divertirsi ma, successivamente, verrà utilizzato per mangiare. Sarà sempre consigliabile, durante questo periodo, lasciare il bambino sul suo seggiolone o su un apposito tavolino, diviso da quello degli adulti. Potrà così imparare con tranquillità i movimenti che lo porteranno a mangiare in maniera del tutto indipendente.
Valore calorico - In genere il latte fornisce un valore di 67 Kcal/100 grammi. Minestre, verdure semplici o addizionate con latte sono al di sotto di questo valore. Una maggiore quantità di calorie si ottiene utilizzando succhi di frutta, alimenti con un alto contenuto in carne oppure usando direttamente quest'ultima. È importante ricordare che gli alimenti con un basso valore calorico non devono essere somministrati a lattanti con problemi di malnutrizione causati da forme neurologiche, muscolari o cardiache.
Contenuto in acqua - L'acqua è contenuta generalmente in quantitativi piuttosto elevati giacché la maggioranza degli alimenti utilizzati dai lattanti è presentata in maniera disidratata e deve essere quindi addizionata con questo elemento.
Contenuto in lipidi - Il 45 % delle calorie fornite dagli omogeneizzati di carne e il 28% delle calorie prodotte dalle minestre e dagli alimenti misti sono legate alla presenza in questi alimenti dei lipidi (grassi). Questi valori devono essere sempre considerati nella preparazione della dieta del divezzo che si deve eventualmente integrare con latte naturale o artificiale per accrescere la quota lipica, costituita cioè da grassi.
Contenuto in proteine - Il fabbisogno proteico è completamente coperto dal latte. Nello svezzamento, quando l'apporto latteo tende a diminuire, le carni, i pesci e gli alimenti con un elevato contenuto proteico come le uova forniscono una valida copertura. Il valore delle proteine è nettamente inferiore (sia quantitativamente che dal punto di vista biologico) nelle verdure, nelle minestre e negli alimenti misti.
Contenuto in carboidrati - La quota di queste sostanze è completamente coperta dai vari tipi di alimenti che solitamente si danno al bambino in fase di svezzamento (succhi di frutta, verdure, alimenti misti con latte, farine precotte). Sono soprattutto presenti saccarosio, destrosio e lattosio.
Contenuto in vitamine - Gli alimenti preparati industrialmente coprono integralmente il fabbisogno vitaminico. Considerando poi le abbondanti integrazioni a base di frutta fresca che si danno al bambino durante questo periodo, si può ritenere che la copertura vitaminica sia del tutto assicurata senza ricorrere all'utilizzazione di preparati specifici.
Ottimi spunti! Anche noi ci stiamo preparando perchè il mese prossimo il nostro piccolo inizierà il suo svezzamento, leggevo qualcosa anche su mammaoggi.it circa gli alimenti che tipicamente suggeriscono in Italia (che sono diversi da quelli della Germania ad esempio) per iniziare lo svezzamento.
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