Nonostante tutti i tentativi per imitarlo il latte umano rimane sempre l'alimento ideale per il neonato.
L'importanza dell'allattamento materno è dimostrata da un'osservazione fondamentale: il latte di ciascuna specie animale è
specifico per il lattante e il neonato di quella specie animale. Ciò significa che tale specie di latte è quella più indicata per la difesa e la crescita del piccolo nato.
Questa regola vale anche per il piccolo dell'uomo, anche se la scienza medica e quella alimentare hanno creato latti sostitutivi sempre più simili per composizione al latte materno. Quest'ultimo, però, rimane sempre il migliore giacché ciascuna madre "fabbrica" per suo figlio un latte "personalizzato" che riesce più facilmente digeribile e meglio si adatta alle necessità del lattante.
Quando è impossibile l'allattamento al seno - L'allattamento materno è impossibile soltanto in casi rari e particolari: presenza di gravi alterazioni nel bambino o di una immaturità grave per cui il bambino non risulta in grado di succhiare il latte della madre, malformazioni del capezzolo materno (in questo caso, tuttavia, si può estrarre il latte dalle mammelle mediante il tiralatte e somministrarlo poi al bambino), infezioni tubercolari o sifilitiche tardive nella madre, ragadi al seno, mastite, cancro, gravi anemie, malattie renali, cardiache eccetera.
Come si forma il latte - Qualche ora dopo la nascita, la mamma produce una sostanza particolare, che non è ancora latte, chiamata colostro, di colorito giallastro, ricchissimo in proteine (circa quattro volte di più del latte materno usuale), in sali minerali e vitamina A. Sono inoltre presenti globuli di grasso e anticorpi che proteggono il bambino da eventuali infezioni intestinali. Il colostro svolge anche una notevole funzione lassativa, che consente al neonato di eliminare il meconio (formato da bile e secreti intestinali di vario tipo). Verso il terzo-quarto giorno si verifica invece quel fenomeno comunemente noto con il termine di "montata lattea". I seni si inturgidiscono, si fanno caldi e spesso dolenti. Può persino manifestarsi febbre sino a 38°C. Tutto il meccanismo è controllato da un particolare ormone, la prolattina, prodotta dall'ipofisi. Successivamente, sarà proprio il lattante stesso, con la sua suzione, che provocherà un particolare riflesso per cui si attiva costantemente la produzione di prolattina e quindi di latte. È per questo motivo che, anche nel caso di una insufficiente produzione di latte, conviene ugualmente attaccare il bambino al seno, così da stimolare costantemente la produzione ormonale.
Le regole da seguire - La mamma deve osservare che il bambino afferri bene il capezzolo, in modo da aderire con le labbra a tutta l'areola mammaria. In genere il bambino consuma circa 600 grammi di latte al giorno, poppando alternativamente dalle due mammelle, con un intervallo tra una suzione e l'altra di circa dieci minuti. Successivamente, fino al secondo mese, i pasti si ridurranno da sette a sei. L'intervallo salirà a circa tre ore e mezzo.
Per calcolare, in generale, quanto deve essere il latte necessario per ogni poppata, si può utilizzare un metodo molto semplice: basta moltiplicare per due le prime due cifre del peso. Per esempio, per un bambino che pesi 3500 grammi, la quantità di latte per ogni poppata sarà 35x2 = 70 grammi. Questa formula vale per sette poppate, quando se ne fanno di meno va aumentata in proporzione. Nel caso di allattamento artificiale si dovrà accrescere del 20%.
È comunque importante che la poppata non superi mai i 15 minuti e che l'intervallo fra una poppata e l'altra non sia mai inferiore alle tre ore; ciò per garantire una buona digestione al bambino.
La mamma non deve poi spaventarsi se, all'inizio, la secrezione del latte può apparire insufficiente: ciò può essere dovuto a cause diverse ed è sufficiente spremere con delicatezza la mammella con il palmo delle mani e agire sul capezzolo con l'indice e il medio così da favorire la fuoriuscita del latte. In caso di capezzolo rientrato, cioè non ben sporgente, si possono utilizzare manovre manuali (da eseguire sempre con estrema delicatezza e in condizioni di assoluta igiene) o il tiralatte.
Talvolta, cause di tipo diverso (preoccupazioni, disturbi psicologici, vitto insufficiente o inadeguato) possono ridurre la secrezione del latte: in questo caso il primo segnale viene dal bambino che incomincia ad apparire nervoso, dorme poco, piange. L’insufficiente crescita e la presenza di scariche irregolari devono insospettire. Spesso sarà necessario passare all'allattamento misto che dà ottimi risultati; è comunque molto importante non cambiare di punto in bianco l'allattamento materno con quello artificiale; tale passaggio deve avvenire gradualmente con una progressiva sostituzione del latte naturale con quello in polvere. Talvolta, poi, il bambino può manifestare una specie di rifiuto del latte materno: è importante, da questo punto di vista, che la mamma non si cibi con alimenti che possono conferire al latte un sapore sgradevole, come cavolo, asparagi, cipolla, alcol ecc. Durante l'allattamento si devono anche evitare farmaci di vario genere (iodio, bromo, acido salicilico, morfina, atropina, lassativi ecc.) che possono agire sull'organismo del lattante provocando disturbi anche gravi. È importante che il bambino succhi da entrambi i seni, così da svuotarli completamente e favorirne il riempimento. Dopo l'allattamento, i capezzoli vanno lavati accuratamente usando acqua semplice, senza sapone e mantenuti poi asciutti usando i dischi assorbilatte creati appositamente per questa funzione. Si possono anche spalmare con una crema alla lanolina per conservarli morbidi ed evitare la comparsa delle dolorose ragadi. Verso il mese e mezzo sarà sempre utile integrare la poppata con vitamine (soprattutto D, C, B12), ferro, calcio.
La dieta di chi allatta - È bene anche ricordare che l'allattamento, in una donna normale, non richiede l'osservanza di diete particolari. Basterà aumentare lievemente l'apporto calorico (per bilanciare le perdite di calorie, legate alla produzione di latte) e assumere più liquido. Una dieta scarsa di vitamine provocherà la secrezione di un latte ipovitaminico, mentre una dieta con una quantità eccessiva di grassi porterà alla produzione di un latte troppo grasso e, quindi, scarsamente digeribile da parte del bambino. Alimenti da eliminare sono la selvaggina, molluschi e crostacei di qualsiasi tipo, carni affumicate o insaccate.
L'allattamento artificiale
Oggi, per esigenze economiche, di salute o anche soltanto banalmente estetiche (il timore di "rovinarsi" il seno) ha assunto un grande sviluppo l'allattamento artificiale utilizzabile sin dalla nascita. Questo tipo di alimentazione si basa sull'uso di latti in polvere, che possono variare in misura notevole, per composizione, caratteristiche ecc. Si mescolano con acqua bollita in concentrazioni che possono variare tra il 12 e il 15%. Soltanto in casi eccezionali tale concentrazione può variare dall'8 al 20%. Nella valutazione delle dosi si deve calcolare che la necessità calorica del neonato è di circa 120 Cal/kg. I pasti saranno sei nel primo mese (in taluni casi possono anche aumentare a sette), cinque tra il secondo e il quarto, quattro poi nel periodo successivo. Durante il primo mese di vita il bambino consuma 100-120 grammi di latte per pasto che successivamente aumenteranno.
Le regole da seguire - La preparazione del latte artificiale si effettua in questo modo: si versano i misurini richiesti con il latte in polvere nel biberon accuratamente sterilizzato e si versa poi dentro l'acqua bollita. Si fissa la tettarella, si scioglie accuratamente il latte e se ne prova la temperatura versandone qualche goccia sul dorso della mano (più sensibile del palmo). Finito l'allattamento, tutti i vari utensili (biberon, tettarella) devono essere accuratamente lavati mediante ebollizione o utilizzando antisettici (generalmente ipoclorito, innocuo per il bambino). Nel bambino allattato artificialmente è più facile l'introduzione di aria insieme al latte ed è quindi più importante interrompere di quando in quando la poppata per fargli fare il ruttino. Inoltre, al bambino sia allattato al seno che artificialmente, è importante somministrare acqua (o tè deteinato) oppure camomilla poiché l'organismo del neonato ha grande bisogno d'acqua (il suo fabbisogno è pari a quattro volte quello dell'adulto). Si possono anche somministrare acque minerali naturali, che sono igienicamente controllate e hanno il pregio di non dovere essere bollite prima della somministrazione.
Quale allattamento scegliere
È preferibile l'allattamento materno o quello artificiale? Il problema è sempre stato molto dibattuto, soprattutto negli anni scorsi quando da molti pediatri si vantava l’allattamento artificiale. Oggi la situazione si è chiarita: la risposta, ormai accettata da tutti i medici, è che l'allattamento materno è nettamente superiore e sempre preferibile, dove le condizioni della madre lo permettano.
Il latte materno è infatti prodotto per il bambino: i quantitativi di proteine, grassi, zuccheri, vitamine ecc. sono ottimali per la crescita del bambino e soltanto dopo i primi due mesi di vita si rendono necessarie aggiunte in vitamine e sali minerali.
Anche la temperatura, il modo di utilizzazione (direttamente dalla madre al bambino, senza l'interposizione di oggetti estranei) rendono questo tipo di allattamento decisamente superiore data la possibilità di utilizzarlo comunque e dovunque senza alcun limite, nella quantità necessaria e con un controllo batterico (in madre sana) assolutamente perfetto.
Dal punto di vista medico, poi, l'allattamento materno garantisce la presenza di anticorpi che proteggono il bambino contro infezioni dell'apparato intestinale, decisamente temibili nei primi mesi di vita. L'allattamento artificiale trova la sua giustificazione soltanto nei casi in cui la madre si trova nell'impossibilità (per ragioni di lavoro o di salute) di potere allattare il proprio piccolo.
In questo caso si esige un controllo minuzioso nella pulizia delle varie apparecchiature che deve essere ripetuta a ogni allattamento e nella verifica precisa dei quantitativi di latte somministrato perché un dosaggio eccessivo può avere, in questo caso, delle conseguenze spiacevoli per il bambino. Paradossalmente, l'allattamento artificiale è un allattamento molto più faticoso per la madre di quello naturale, mentre per il figlio non è soltanto meno efficace dal punto di vista nutritivo, ma anche privo di quei contatti immediati, che creano un senso di profonda sicurezza nel bambino che può alimentarsi direttamente al seno della madre. È proprio il contatto con il corpo materno, la sensazione di fusione intima tra il proprio corpo e quello della madre che danno al bambino la sensazione di una continuità fra vita fetale e vita postnatale.
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