La velocità è il rapporto tra lo spazio percorso da un mobile e il tempo impiegato a percorrerlo.
La velocità come qualità fisica è la capacità di realizzare un gesto motorio nel minor tempo possibile.
Si considerano pertanto espressioni di velocità solo quelle che hanno tempi d'azione relativamente brevi (meccanismo anaerobico) e che pertanto non provocano
l'affaticamento (produzione di acido lattico). Tale qualità fisica è condizionata più che altro dalla funzionalità e dall'efficienza sia del sistema nervoso che di quello muscolare. Pertanto due saranno le componenti che influenzeranno la qualità del gesto:
È il tempo che intercorre tra lo stimolo e la reazione cinetica.
Infatti lo stimolo segue queste tappe:
- recessione sensoriale;
- trasmissione al sistema nervoso centrale;
- analisi ed elaborazione della risposta a livello corticale o sottocorticale;
- invio del segnale efferente di comando.
Pertanto il tempo globale in cui avverranno tali processi dipenderà dalla funzionalità e dall'efficacia di ogni parte del sistema nervoso centrale; a tale proposito ovviamente saranno importanti le predisposizioni genetiche, che però vengono o non vengono sfruttate appieno se non continuamente sollecitate (allenamento ). Il tempo di reazione del sistema nervoso diminuisce con l'accrescere dell'età e raggiunge la sua migliore espressione di efficienza tra i 18 e i 25 anni di età. È inoltre quasi identico nei due sessi, o leggermente inferiore per i maschi.
Velocità di contrazione del sistema muscolare.
Dipende dalla costituzione biochimica del muscolo scheletrico, in particolare dalla quantità di materiale energetico a pronto impiego che il muscolo ha a sua disposizione; e talvolta dal tipo e dalla quantità delle innervazioni. Le fibre muscolari che posseggono tali requisiti vengono definite comunemente fibre bianche.
Tali predisposizioni al lavoro veloce è indubbio siano di natura costituzionale perciò assai poco allenabili. La velocità delle espressioni motorie non dipende solo dai fattori costituzionali, ma è integrata e completata da doti di coordinazione neuromuscolare e agevolato dall'ampiezza dei movimenti (mobilità articolare); inoltre è in stretto rapporto con le possibilità potenziali della forza muscolare (forza veloce).
Per queste ragioni è pertanto possibile, con pratiche di allenamento, aumentare la velocità migliorando le qualità ad essa collegate: forza veloce, articolarità, padronanza della tecnica, destrezza e coordinazione.
Durante le pratiche di allenamento i vari esercizi saranno eseguiti a ritmi massimali. La ripetizione del gesto deve durare sino a che la velocità è costante; è opportuno interrompere l'attività quando, per l'insorgere della fatica, l'attività subisce una decelerazione.
Tra una ripetizione e l'altra si dovranno eseguire esercizi di recupero attivo. Inoltre, negli allenamenti di velocità, non bisogna insistere troppo sulle metodiche ripetizioni in serie; infatti questo porterebbe ad una stabilizzazione della velocità (barriera della velocità), o ad un'ipertrofia che rallenterebbe il gesto.
È opportuno poi inserire negli allenamenti di velocità esercizi che permettano una maggiore sollecitazione a livello muscolare e nervoso. Es., corsa in discesa o in salita, attrezzi più o meno pesanti, ecc.
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