Bisogna sfatare i pregiudizi circa il reale valore nutritivo del pesce conservato che viene, ancora oggi, trascurato dal consumatore.
L'espansione del consumo dei prodotti ittici presuppone non tanto un incremento produttivo, che porterebbe al depauperamento del patrimonio ittico dei nostri mari, quanto piuttosto una rivalutazione dei prodotti ittici conservati che, nonostante il minor costo, sono spesso trascurati dal consumatore per il persistere di alcuni pregiudizi circa il loro reale valore nutritivo.
Il consumo dei prodotti della pesca conservati è principalmente orientato verso i prodotti in scatola (che coprono circa il 50% del consumo totale), mentre ancora limitata è la diffusione del pesce congelato e surgelato (circa il 20% del totale), il cui consumo tuttavia è attualmente in via di espansione. I prodotti conservati con i metodi tradizionali (essiccamento, affumicamento, salagione ecc.) mantengono ancora un proprio mercato, grazie alle
particolari caratteristiche organolettiche impartite dal trattamento a cui sono sottoposti, ma rappresentano solo una piccola fetta del consumo di pesce conservato.I vari metodi di conservazione
Il pesce in scatola - Con questa denominazione ci si riferisce ad una serie di prodotti (tonni, sardine, sgombri, acciughe, sarde, salmoni, dentici, aragoste, gamberi e molluschi) inscatolati con l'aggiunta di olio o salse e conservati mediante trattamento al calore (sterilizzazione).
La produzione di prodotti inscatolati si articola in diverse fasi: innanzitutto il pesce, freschissimo, deve essere opportunamente pulito e lavato (in acqua di mare o in salamoia) e successivamente sezionato in porzioni di varie dimensioni ed inscatolato. L'inscatolamento può essere effettuato con il pesce crudo, presalato o precotto, addizionato del liquido di governo costituito da olio, salsa piccante o acqua salata. Le scatole non devono essere riempite eccessivamente per evitare deformazione dei contenitori nel corso del trattamento termico. In genere la confezione, prima della chiusura, viene sottoposta a un preriscaldamento in autoclave, a 70 - 80° C, per facilitare successivamente il raggiungimento della temperatura di sterilizzazione (110-120° C) in tempi brevi e per eliminare parte dell'aria presente nel prodotto che, nella fase di sterilizzazione, potrebbe determinare un aumento di pressione e provocare il rigonfiamento della scatola. Le condizioni del trattamento termico (tempi e temperature) devono essere adeguate ad ogni prodotto; i crostacei, ad esempio, sono più resistenti alla penetrazione del calore rispetto ai pesci e necessitano quindi di tempi più prolungati. Prima della sterilizzazione le scatole devono essere opportunamente sigillate. Questa operazione prende il nome di "aggraffatura". Il tonno: è il pesce conservato maggiormente apprezzato dai consumatori. Il prodotto di partenza è il tonno generalmente congelato subito dopo la cattura perché mantenga inalterate le caratteristiche organolettiche del prodotto fresco, e prima del trattamento di trasformazione deve essere opportunamente scongelato e sezionato. I tonni di notevoli dimensioni vengono privati della porzione ventrale detta ventresca, particolarmente pregiata e ricca di grasso. Le porzioni così ottenute vengono lavate in acqua di mare e messe in salamoia per qualche ora per completare il dissanguamento e sbiancare le carni. Un'operazione molto delicata è la cottura, che viene effettuata in salamoia alla stessa concentrazione della precedente per circa tre ore o a vapore. Durante la cottura la carne rilascia una parte dell'olio presente, che può essere utilizzato come sottoprodotto. La carne cucinata deve essere raffreddata ed asciugata all'aria per eliminare parte dell'acqua assorbita durante la cottura, che, se ceduta al liquido di governo, conferirebbe al prodotto un aspetto piuttosto sgradevole. Le scatole vengono riempite con olio d'oliva, più raramente con oli vegetali, aggraffate e sterilizzate per 20 minuti a 115° C. Il tonno al naturale viene preparato con un liquido di governo costituito da acqua salata, glutammato monosodico in qualità di aromatizzante ed acido ascorbico come antiossidante. È un prodotto meno grasso e quindi più digeribile.
Le sardine: la produzione di sardine in scatola è analoga a quella del tonno; il prodotto viene salato per renderlo più consistente e sottoposto a cottura in olio (d'oliva o di semi), o al vapore; quindi, opportunamente asciugato, viene inscatolato nel liquido di governo (olio) e sterilizzato per 30 minuti a 115° C.
L'aragosta: curiosa è la preparazione dell'aragosta, che viene cotta ancora viva in acqua salata al 3 %, quindi raffreddata in salamoia al 25%, privata dell'esoscheletro ed inscatolata con liquido di governo costituito da acqua acidulata leggermente salata. La sterilizzazione viene effettuata a 120° C per 20 minuti.
I molluschi: cozze, vongole e ostriche necessitano di un lavaggio molto accurato per eliminare eventuali residui tossici assunti dall'ambiente, di una bollitura preliminare per liberarli dalle valve e di un successivo lavaggio. L'inscatolamento può essere effettuato in acqua salata bollente; la sterilizzazione è di 1 ora a 115° C. I prodotti in scatola possono essere conservati a temperatura ambiente per tempi prolungati; si tratta infatti di conserve sterili, dato che il trattamento termico ha distrutto tutti i microrganismi presenti. Occorre tuttavia fare molta attenzione, al momento dell'acquisto, alla eventuale presenza di colorazioni, odori insoliti e soprattutto verificare che la scatola non presenti rigonfiamenti o fessurazioni, inequivocabili indici di una inadeguata conservazione.
Il pesce congelato - Il congelamento rappresenta il sistema ideale per conservare inalterate le caratteristiche organolettiche del prodotto fresco per periodi prolungati, da 4 a 12 mesi. Consiste nel provocare il congelamento dei liquidi intra ed intercellulari con l'impiego di temperature molto basse, -35° C. In queste condizioni si ha l'arresto di tutte le attività enzimatiche e microbiche.
Il congelamento viene generalmente effettuato sia a bordo delle navi da pesca, sia a terra negli stabilimenti di lavorazione, su prodotti crudi o precotti. Nel caso in cui il congelamento non sia effettuato subito è opportuno non superare i tre giorni di refrigerazione per i pesci grassi ed i sei giorni per quelli magri: la refrigerazione infatti non garantisce il mantenimento dei caratteri distintivi di freschezza per più di 10 giorni ed il buon esito del congelamento dipende dalla freschezza del prodotto di partenza. Il pesce congelato viene conservato a temperature non superiori a -18° C, fino al momento del consumo, avvolto in sacchetti di polietilene impermeabili, per evitare evaporazione superficiale e bruciature da freddo. Il periodo di conservazione varia in funzione della temperatura: il pesce congelato si conserva per 6 mesi a -18° C, per 9 mesi a -24° C e per 12 mesi a -30° C.
I prodotti ittici congelati conservano inalterate le caratteristiche nutrizionali del prodotto fresco; non risulta assolutamente danneggiato il contenuto proteico, né quello minerale e vitaminico, che appare invece ridotto nei prodotti inscatolati; ogni pregiudizio nei confronti dei prodotti congelati è pertanto del tutto ingiustificato.
Pesce surgelato - Vengono definiti surgelati tutti i prodotti congelati in confezione chiusa all'origine, con un metodo di congelamento ultrarapido, che garantisce il raggiungimento della temperatura di -18° C alla spina in non più di 4 ore. I surgelati sono mantenuti a temperature non superiori a -18° C tramite la catena del freddo.
Numerosi sono i prodotti ittici surgelati: pesci di acqua dolce e salata, molluschi, altri frutti di mare e crostacei. I pesci possono essere surgelati interi oppure come filetti o tranci, crudi o precucinati. Il consumo di pesce surgelato è essenzialmente orientato verso due tipi di prodotti: bastoncini di pesce e filetti di sogliola. I bastoncini di pesce: vengono prodotti con filetti di merluzzo pescato nei mari del Nord o con altri tipi di pesci, ad esempio i naselli.
La preparazione dei bastoncini è piuttosto laboriosa: il merluzzo, subito dopo la cattura viene suddiviso in filetti, congelati in porzioni del peso di 25 kg, conservati a basse temperature fino al momento dello sbarco; il pesce viene poi inviato agli stabilimenti di lavorazione dove le porzioni congelate di merluzzo vengono suddivise in bastoncini (lunghi 9-10 cm, larghi 2 cm, con 1 cm di spessore) che vengono impanati, fritti in olio o indorati al forno. Nel corso di tali trattamenti si verifica un parziale scongelamento superficiale del prodotto che va quindi riportato interamente a -20° C, prima di essere condizionato e surgelato. Il prodotto così ottenuto deve essere mantenuto a -18° C in appositi banchi di vendita. Nonostante una certa diffidenza verso i prodotti congelati e surgelati, quelli precotti incontrano l'approvazione delle massaie e soprattutto dei bambini, maggiormente influenzati dalla pubblicità. Sono indubbiamente un prodotto pratico anche se in effetti non particolarmente conveniente, se si pensa che circa il 47% del peso del bastoncino è rappresentato dall'impanatura, di minor valore nutrizionale e di composizione non nota (non viene infatti dichiarata in etichetta). In ogni caso rappresentano una fonte non disprezzabile di proteine di elevato valore biologico, di sali minerali, vitamine e lipidi.
Al momento dell'acquisto è opportuno assicurarsi che il prodotto non sia stato scongelato e ricongelato: in questo caso le scatolette presentano brinatura superficiale e vanno scartate. I prodotti surgelati devono essere mantenuti in freezer fino al momento del consumo. Lo scongelamento deve essere effettuato piuttosto lentamente (soprattutto per i prodotti congelati di notevoli dimensioni) a temperatura ambiente per consentire il riassorbimento dei liquidi cellulari ricchi di sostanze nutritive. I surgelati precotti invece possono anche essere cucinati direttamente come indicato sulla confezione. È sempre preferibile la cottura arrosto (alla griglia) rispetto alla frittura in quanto un eccessivo impiego di condimenti limita la digeribilità del prodotto. Poco indicata è invece la cottura a lesso, poiché comporta una perdita, sia pure limitata, di principi nutritivi (sali e vitamine in particolare).
La conservazione sotto sale - Rappresenta uno dei più antichi metodi di conservazione, per la sua semplicità ed il basso costo; viene tuttora utilizzata per la conservazione di particolari prodotti quali acciughe, aringhe, sardine, merluzzi e sgombri. Può essere effettuata a secco, cospargendo il prodotto di sale, o ad umido mediante immersione in salamoia. Le acciughe sotto sale vengono preparate secondo una lavorazione tradizionale: dopo essere state lavate e spurgate dal sangue, vengono messe in salamoia satura contenente ocra rossa per ravvivare il colore delle carni, per 10 giorni, dopodiché opportunamente lavate con acqua salata, vengono sistemate in barili o barattoli di latta, disposte a strati sovrapposti coperti di sale e fortemente compresse per eliminare il grasso ed una parte dell'acqua presente; con il procedere della disidratazione il livello del pesce nei barili si abbassa e nuovi strati di acciughe vengono aggiunti prima di chiudere i contenitori. I pesci così condizionati devono sottostare ad un periodo di maturazione di 6-12 mesi, in modo da acquistare caratteristiche organolettiche particolari dovute al lento procedere di processi chimici ed enzimatici e alla attività di microrganismi resistenti al sale. La temperatura di conservazione dei prodotti salati deve essere compresa tra 0-5°C a seconda della concentrazione del sale. Oggi la salatura è spesso abbinata ad altre tecniche di conservazione, come la sterilizzazione o l'essiccamento.
La conservazione per essiccamento - È un metodo di conservazione molto diffuso specialmente per la trasformazione del merluzzo.
Consiste nella parziale eliminazione dell'acqua contenuta nei tessuti del pesce, in modo da renderla non più disponibile per il verificarsi di quelle reazioni chimiche ed enzimatiche che portano alla degradazione del prodotto. Può essere effettuata con o senza salatura preliminare; nel primo caso dall'essiccamento del merluzzo si ottiene il baccalà, nel secondo lo stoccafisso. Il merluzzo destinato alla produzione di baccalà, dopo essere stato pulito, eviscerato, decapitato e sezionato longitudinalmente lungo la linea ventrale, viene privato della spina dorsale, lavato con acqua di mare e stipato nella stiva sotto sale. Dopo lo sbarco viene essiccato fino al 40% di umidità residua. La preparazione dello stoccafisso consiste nell'essiccare il prodotto fresco, lavato e sezionato fino al 14% di umidità residua; sono necessarie almeno 10-12 settimane prima che il merluzzo acquisti la caratteristica consistenza legnosa. Nella preparazione dello stoccafisso l'essiccamento è più spinto in quanto in assenza di sale, che ha azione batteriostatica, è necessario ridurre al minimo l'umidità del prodotto per evitare Io sviluppo di microrganismi contaminanti che potrebbero compromettere la sua conservazione.
L'affumicamento - È un metodo di conservazione largamente utilizzato nei paesi scandinavi per il trattamento di sgombri e aringhe; viene comunque spesso abbinato alla salatura ed all'essiccamento. Sarde, sgombri ed aringhe vengono affumicate a freddo sottoponendole all'azione del fumo, ottenuto dalla combustione di particolari legni aromatici (faggio, betulla, quercia ed ontano) per circa 24-36 ore a 25-30° C. L'effetto conservativo è dovuto a particolari componenti del fumo come l'aldeide formica e l'acido acetico ad azione batteriostatica piuttosto accentuata ed a particolari sostanze aromatiche ad azione battericida più o meno sviluppata.
Anguille ed aringhe aperte vengono invece affumicate a caldo, alla temperatura iniziale di 50-60°C; il periodo di affumicamento varia dalle 20 alle 48 ore.
La marinatura - È il tradizionale sistema di conservazione delle anguille. Il prodotto, cotto, viene conservato sotto aceto e sale in recipienti comuni o in scatole ermeticamente chiuse e sterilizzate. Come la salatura e l'essiccamento, non garantisce una conservabilità prolungata: i prodotti marinati non sterilizzati si conservano fino a qualche mese in inverno, ma non più di poche settimane d'estate. La temperatura di conservazione non deve superare i 15°C per evitare la degradazione del prodotto.
La congelazione del pesce in casa - Tutti i pesci possono essere congelati in casa purché siano appena pescati, quindi freschissimi. Prima di congelarli, puliteli molto bene (squamateli ecc.), lavateli e lasciateli scolare a testa in giù. Se avete poco spazio nel congelatore, tagliate via la testa e la coda. Se però intendete usare il pesce per zuppe o brodi è meglio lasciare la testa. Volendo, potete prima sfilettare i pesci (o tagliare quelli grossi a fette) e congelare solo i filetti (o le fette) sistemando tra l'uno e l'altro un foglietto di carta pergamena e avvolgendoli poi in un foglio di carta stagnola. Si conservano nel freezer per 2-3 mesi. Si possono scongelare in frigorifero o a temperatura ambiente; devono poi essere cucinati subito. Se sono filetti o fette possono essere messi in padella ancora congelati.
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