Sono un cibo raffinato ma di valore nutritivo inferiore rispetto ai pesci veri e propri. Presentano ricchezza di elementi minerali ma basso tenore proteico e sono soggetti a rapidissimo deterioramento.
I molluschi
Di questo gruppo fanno parte moltissime specie differenti tra loro per aspetto e forme delle quali l'unica caratteristica comune, che ne determina anche l'appellativo, è quella di avere il corpo a tegumento molle, quasi sempre protetto da un guscio o da una conchiglia e formato da una mescolanza di sostanza organica e di calcare, la cui forma, colore e disegno possono essere molto vari.
È proprio la forma della conchiglia che ne definisce ì tre gruppi principali: se la conchiglia è formata da un solo pezzo si hanno i molluschi univalve (gasteropodi), di limitato interesse alimentare; se è formata da due parti si hanno i molluschi bivalve (lamellibranchi) a cui appartengono
i molluschi più diffusi commercialmente; il terzo gruppo è costituito dai cefalopodi che hanno un sottile scheletro interno a sostegno del corpo molle.
Valore nutritivo - Varia da specie a specie entro limiti piuttosto ristretti: il contenuto di acqua è altissimo (più dell'80%); le proteine sono comprese tra il 10 ed il 15%; i lipidi sono scarsi, ma il colesterolo è contenuto in quantità notevoli; discrete le quantità di sali minerali, tra cui spiccano ferro, calcio, magnesio, iodio, e di vitamine.
Alcuni problemi igienico-sanitari - Di estrema importanza invece sono le considerazioni che riguardano l'accettabilità igienico-sanitaria e la conservabilità dei molluschi. Molti sono gli stati patologici determinati nell'uomo dai molluschi sia per la presenza in alcuni di essi di fattori tossici intrinseci, sia per gli effetti di concentrazione di tossine e microrganismi patogeni che si verificano in molluschi pescati in acque inquinate. Le manifestazioni morbose più comuni vanno dai fenomeni di intolleranza (allergie, pruriti, orticarie) agli avvelenamenti gravi come il mitilismo, dall'ingestione di prodotti alterati per cattiva conservazione a tossinfezioni di tipo batterico o virale (tra questi le salmonelle agenti del tifo e di altre enteriti, il vibrione del colera, il virus dell'epatite, il botulino con la sua micidiale tossina). La pericolosità derivante dal consumo di molluschi è causata dal loro particolare sistema di assunzione di nutrienti: essi infatti assorbono materiale alimentare filtrando l'acqua di mare e trattenendo i composti che possono poi utilizzare per i loro scopi metabolici. In questo modo anche microrganismi e tossine non dannose per il mollusco, ma pericolose per l'uomo, possono essere ritenute e concentrate dato che la quantità di acqua di mare che essi filtrano è enorme. Questo effetto si verifica anche riguardo elementi tossici come il mercurio, il piombo, il rame, il cromo, il fluoro, l'arsenico che l'uomo scarica nelle acque e che quindi possono essere concentrati nel mollusco decine di centinaia di volte, rispetto alla loro concentrazione nelle acque. Per buona parte delle intossicazioni alimentari il maggior responsabile è sicuramente l'uomo. Infatti quando i molluschi si sviluppano in acque che non contengono microrganismi patogeni per l'uomo né tossine, possono essere consumati anche vivi senza pericolo alcuno per la salute umana. L'allevamento, che è la principale fonte di molluschi, viene di solito effettuato in zone costiere, porti, insenature non lontano dai centri abitati dove le acque dei corsi d'acqua, delle cloache urbane e di tutti gli scarichi, arricchendo il mare di sostanze organiche, determinano condizioni favorevoli per la riproduzione e la crescita dei molluschi, ma causano altresì la possibilità di sviluppo di tossinfezioni o di altri stati patologici. Per questa ragione la legge prevede che i molluschi di allevamento prima di essere avviati alla vendita debbano sostare per un periodo opportuno in bacini di depurazione dove le acque marine sono trattate con metodi fisici o chimici in modo da poter essere considerate pure. In questo modo, buona parte delle tossine e dei microrganismi patogeni che sono stati accumulati dai molluschi vengono eliminati.
Come riconoscerne la freschezza - I molluschi possono essere venduti vivi o morti a seconda della classe a cui appartengono: gasteropodi (patelle, lumache, coni, nasse) e lamellibranchi (tartufi di mare, vongole, telline, muscoli, datteri, ostriche) devono essere venduti vivi, mentre i cefalopodi (polpi, moscardini, seppie, calamari) possono essere venduti anche morti, anzi la frollatura delle loro carni le rende più sapide e tenere. Le condizioni di freschezza o di vitalità del mollusco sono essenziali, in quanto nei molluschi in cattivo stato di conservazione i batteri patogeni si moltiplicano assai più rapidamente, in più si verifica la produzione di sostanze dall'odore sgradevole e potenzialmente tossiche.
Alcune caratteristiche facilmente rilevabili nel mollusco posto in vendita sono di grande utilità pratica per definirne la freschezza. Nel caso dei cefalopodi freschi la superficie del corpo è umida, i colori splendenti, gli occhi vividi e lucenti, i tentacoli sono interi e resistenti alla trazione, l'odore è gradevole, di buona acqua di mare. Una frode comune a carico dei cefalopodi consiste nella vendita di esemplari scongelati al posto di quelli freschi. Ancora una volta l'occhio ci dà indicazioni utili per riconoscere la frode: nel mollusco fresco deve essere limpido, vitreo, trasparente, nel mollusco congelato e successivamente sgelato l'occhio è bianco, opaco, lattescente e spesso si presenta a strati concentrici. Inoltre all'apertura della vescichetta che contiene il caratteristico liquido nero (sepiomelanina) nel primo caso questo si presenta denso, oleoso, nero, vellutato, con riflessi metallici, nel secondo caso, essendo cristallizzato per il trattamento a basse temperature, è nero opaco e al tatto granuloso e consistente come la sabbia. Per quanto riguarda lamellibranchi e gasteropodi, poiché devono essere venduti vivi, l'ispezione consiste nel ricercare le caratteristiche di vitalità e cioè la reattività a stimoli esterni, la consistenza soda delle loro carni, il loro colore vivido e lucente e l'odore salso gradevole. Un elemento di una certa utilità pratica per la sua immediatezza consiste nell'osservare lo stato delle due valve della conchiglia. Queste sono chiuse dalla contrazione muscolare del mollusco vivo, mentre si aprono quando il mollusco è morto. In queste condizioni il legamento elastico della cerniera tende a far aprire le valve. Purtroppo non sempre questo criterio è valido in quanto può capitare che in molluschi morti le valve, sotto il peso di altri molluschi, non si aprano e dell'acqua venga trattenuta nel loro interno. Questi esemplari sono estremamente pericolosi per la salute umana perché si confondono con gli altri ancora vivi.
Un'altra frode consiste nella vendita di molluschi simili, ma di categorie commerciali inferiori a quella dichiarata. Insieme alle vongole, per esempio, si trovano anche esemplari di cappa gallina (Venus gallina L.), di valore organolettico ed economico assai inferiore. Solo la conoscenza della morfologia delle diverse specie consente il riconoscimento della frode. Una diffusione sempre maggiore sta avendo la vendita di molluschi congelati, la cui conservazione si può prolungare anche per parecchi mesi. Come per gli altri prodotti della pesca, una volta scongelati i molluschi devono essere consumati immediatamente.
Calamaro e totano - Molluschi cefalopodi di colore bianco lattiginoso, in alcuni casi tendente al brunastro. Possono raggiungere dimensioni ragguardevoli. Il calamaro si distingue dal totano per le due pinne laterali più lunghe. Ha carni più tenere e più pregiate del suo consimile. Per pulire entrambi i molluschi occorre spellarli, asportare l'osso interno, gli occhi e il becco e togliere le interiora. I calamari più piccoli possono essere cucinati interi fritti; quelli più grossi devono essere tagliati trasversalmente ad anelli.
Conchiglia di San Giacomo - Detta anche "pettine", è un mollusco pregiatissimo al pari dell'ostrica. Le valve a forma di ventaglio raggiungono anche i 15 centimetri di diametro e contengono un grosso mollusco formato da una "noce" bianca e da un "corallo" rosso. Si mangia facendo prima aprire le valve in padella a fuoco vivo e cuocendolo poi con metodi di cottura diversi a seconda delle tradizioni locali e del gusto.
Dattero - Mollusco bivalve, la cui forma ricorda quella del frutto da cui prende il nome. Si trova lungo le coste rocciose. Le sue carni hanno consistenza simile a quelle del mitilo, ma hanno sapore più delicato.
Mitilo - Noto anche con il nome di peocio, muscolo, cozza, proviene quasi esclusivamente da allevamenti. E protetto da due valve ovoidali, nero-azzurre, di lunghezza compresa tra i 5 e i 10 centimetri. Si consuma cotto, dopo aver fatto aprire le valve in un tegame posto sul fuoco senza condimento.
Ostrica - È uno dei molluschi bivalve più pregiati, proveniente in genere da allevamenti. La conchiglia misura una decina di centimetri e ha una caratteristica rugosità molto pronunciata. È reperibile sul mercato in varie dimensioni: le ostriche più grosse sono le più pregiate.
Polpo - Mollusco fornito di otto tentacoli provvisti di ventose, mentre il calamaro e il totano ne hanno dieci. Prima della cottura occorre eliminare il becco, gli occhi e gli organi interni. È ottimo cucinato in umido o in insalata dopo averlo lessato.
Seppia - Mollusco con corpo ovoidale fatto a sacca, può raggiungere i 25 centimetri di lunghezza. Ha otto tentacoli corti e due molto lunghi. Quando si pulisce occorre eliminare la pelle e l'osso e fare attenzione a non lesionare la vescica contenente il liquido nero, che comunque è utilizzato in alcune preparazioni gastronomiche (riso al nero di seppia).
Tartufo - Mollusco pregiato. Le sue valve sono grigio-giallastre all'esterno e bianche all'interno. La parte commestibile è più piccola di quella dell'ostrica.
Vongola - È uno dei molluschi bivalve più noti e meno costosi. Lo si utilizza soprattutto nella preparazione di appetitosi sughi e zuppe saporite.
I crostacei
I crostacei comprendono un numero notevole di specie che vanno dal microscopico "krill" costituente del plancton e base alimentare di moltissimi pesci, al granchio gigante del Giappone che, a chele aperte, misura più di tre metri e mezzo di lunghezza. Sono tutti dotati di uno scheletro esterno che conferisce protezione e resistenza al tronco. Vengono suddivisi in macruri, dall'addome ben sviluppato ed esteso (gamberi, aragoste, scampi), brachiuri, dall'addome ridotto e ripiegato sotto il torace (granchi, grancevole) e stomatopodi (pannocchie).
Come riconoscerne la freschezza - Anche per i crostacei la freschezza e la vitalità sono caratteristiche essenziali per il consumo. Quasi tutti i crostacei assumono un valore commerciale più elevato quando sono venduti vivi. Appena morti le loro carni vanno incontro a una serie di fenomeni di decomposizione, simili a quelli subiti dai pesci. In particolare, nei crostacei non più freschi si evidenzia una macchia scura in corrispondenza del tronco per l'alterazione del contenuto intestinale. Per evitare questa degradazione è consentito l'uso di solfito come conservante. La conservazione dei crostacei si effettua soprattutto con tecniche fisiche: refrigerazione, congelamento, surgelamento. Sono però in commercio anche conserve e semiconserve di crostacei.
La freschezza di un crostaceo (quando non è più vivo) si rileva osservando la colorazione dell'esoscheletro che deve essere lucida e brillante, gli occhi turgidi e prominenti, gli arti e le antenne ben aderenti al tronco e resistenti alla trazione, le masse muscolari di colore bianco candido e devono essere assenti macchie bruno-verdastre maleodoranti.
Aragosta - Crostaceo dotato di dieci zampe, dal corpo robusto provvisto di lunghe antenne. Può raggiungere nello stato adulto la lunghezza di 50 centimetri. Il colore dell'esoscheletro è rosso-violaceo che diventa rosso vivo con la cottura. Le sue carni sono assai pregiate; si consumano solo le code lessate e servite con maionese (il 70% in peso è scarto). I mesi migliori per il consumo dell'aragosta vanno da aprile a dicembre.
Astaco o astice - È un grosso crostaceo presente nel mare Mediterraneo. La sua corazza, liscia, è azzurra marezzata di bianco o giallo e diventa rossa con la cottura. Vive a circa 100 metri di profondità su fondali rocciosi. Le carni sono meno sode e raffinate di quelle dell'aragosta ed è meglio consumarle calde.
Gamberetti e gamberi - I due termini sono spesso confusi. Commercialmente gamberetto designa le specie più piccole, di solito caratterizzate dal colore rosa dell'esoscheletro (da cui la denominazione di gambero rosa). Le sue carni, gustose e pregiate, sono particolarmente apprezzate in frittura.
Il gambero rosso, di dimensioni maggiori, si distingue anche per il colore rosso vivo della sua corazza. Le carni del gambero rosso sono ottime ma meno apprezzate di quelle del gambero rosa. È caratterizzato da grosse chele e da una corazza rossa che diventa scarlatta alla cottura. I gamberi e gamberetti possono essere commercializzati vivi, freschi, congelati cotti o crudi, affumicati, seccati, in conserva, salati, in pasta e farina.
Grancevola o granseola - Pescata in origine quasi esclusivamente nel mare Adriatico è reperibile oggi in tutto il Mediterraneo. È considerato il più prelibato dei numerosi granchi commestibili. Lo si cuoce lessato e la carne viene poi servita nello stesso guscio.
Pannocchia o canocchia - Crostaceo dal corpo allungato, che misura circa 20-25 centimetri ed è provvisto di pinna caudale; le sue antenne sono prensili. Le sue carni sono sode, di colore giallastro-rosato.
Scampo - Poco frequente nel Mediterraneo è, insieme all'aragosta, uno dei crostacei più ricercati. È riconoscibile per la sua corazza rosea, con lunghissime chele e antenne. Se ne mangia soltanto la coda.
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