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La stitichezza abituale

stipsi
Un'alimentazione poco ricca di fibra e una vita sedentaria sono le cause principali che provocano questo disturbo.

La stitichezza abituale (nota anche con il termine di stipsi o costipazione) si verifica quando la normale evacuazione intestinale tende a divenire più rara e meno abbondante. Assai frequentemente è presente sin dalla prima giovinezza e in molti casi esiste una predisposizione familiare o costituzionale. La stitichezza abituale può essere provocata da due meccanismi principali: una scarsa o una eccessiva (spastica) attività intestinale. Nel primo caso si dice stitichezza ipocinetica, nel secondo ipercinetica.

Stipsi ipocinetica - È legata prevalentemente al tipo di alimentazione e al genere di vita. In questi casi l'alimentazione è priva di quegli alimenti che lasciano abbondanti residui capaci di stimolare l'attività intestinale (residui vegetali, cellulosa, grassi ecc.). Ugualmente nocive sono quelle abitudini di vita che privano il nostro organismo di
un minimo di movimento quotidiano (vita eccessivamente sedentaria, uso smodato dell'automobile, abuso di fumo ecc.). La stipsi ipocinetica può anche essere provocata da alcune forme di nevrosi intestinali che, legate inizialmente a cause psicogene, provocano poi anche una sintomatologia complessa che associa inappetenza, alimentazione insufficiente, riduzione della mobilità intestinale.
Altre cause di questo tipo di stipsi sono cattive forme di educazione intestinale, eccessiva timidezza, uso esagerato di purganti e clisteri.

Stipsi ipercinetica - È presente soprattutto in particolari forme morbose come la colite spastica, colite catarrale del crasso, forme colitiche ulcerative. I sintomi più frequenti sono provocati dal passaggio delle feci indurite attraverso l'orificio anale che provocano un dolore talvolta anche molto intenso, associato alla comparsa di emorroidi, ragadi. Lo sforzo della defecazione, soprattutto nelle persone anziane, con malattie cardiovascolari o respiratorie, può indurre complicazioni anche gravi e talvolta una morte improvvisa. Altri sintomi sono dolori colici, senso di pienezza al ventre, disappetenza, indebolimento in taluni casi molto marcato (astenia), alito fetido, svogliatezza, mal di testa, vertigini, sentimenti d'angoscia. L'addome inoltre risulta piuttosto globoso e ripieno d'aria (meteorismo). Le feci sono secche, speso a forma di pallottole o di nastri sottili. Le complicazioni sono spesso costituite dalla comparsa di scariche diarroiche (diarrea stercoracea) dopo un periodo di stipsi prolungata. Le feci indurite possono inoltre causare la comparsa di fecalomi assai dolorosi e che, in taluni casi, richiedono l'esecuzione di un intervento chirurgico per sbloccare la porzione terminale dell'intestino. Ugualmente frequente è l'insorgenza di emorroidi, secondarie all'accresciuta pressione che si verifica a livello del circolo portale. Si possono anche manifestare dolori violentissimi (coliche fecali), capaci di causare uno svenimento.

Diagnosi e terapie - La diagnosi della stitichezza abituale generalmente non pone problemi quando è presente da lungo tempo. Nelle forme iniziali, tuttavia, è necessario escludere accuratamente la presenza di restringimenti intestinali (stenosi) di altra natura e si rende talvolta necessaria l'esecuzione di esami radiografici, rettoromanoscopici (per rilevare l'eventuale presenza di masse fecali o di stati di spasticità o di atonia) o manuali.
Per la terapia è molto importante modificare le condizioni di vita di questi pazienti che devono abituarsi a mangiare a orari determinati, i pasti poi dovranno essere seguiti da un periodo piuttosto prolungato di riposo. Anche le evacuazioni intestinali devono essere regolate, così da aversi pressoché sempre allo stesso orario. La vita sedentaria deve essere limitata quanto più possibile e si dovranno imporre degli sport non eccessivamente impegnativi o lunghe passeggiate. L'alimentazione dovrà essere basata soprattutto su quel tipo di alimenti in grado di fornire rilevanti residui capaci di accentuare la motilità intestinale, come, per esempio, verdure, frutta, pane integrale e di segala e altri alimenti integrali. Tuttavia non si deve esagerare con questo genere di alimentazione giacche si finirebbe per ottenere il risultato opposto.

Purganti e lassativi - Se ne deve usare soltanto nei casi di stipsi resistente a qualsiasi altro tipo di terapia giacché l'uso prolungato porta, alla fine, alla comparsa di stati irritativi intestinali, spasmi, che aggravano poi la stitichezza stessa.
Purganti e lassativi salini (azione dopo 16-20 ore): sono soprattutto da ricordare il solfato di sodio e di magnesio, il citrato di magnesio e, tra gli zuccheri, la mannite e il lattosio.
Purganti oleosi-meccanici (agiscono ammollendo la massa fecale): si utilizzano l'olio di oliva, di vaselina, di paraffina, agarol, agar-agar.
Catartici (antrachinone): l'effetto si verifica dopo circa 10-15 ore. Da usarsi in dosi lassative. Il loro uso è assolutamente sconsigliabile durante la gravidanza, le mestruazioni e quando si soffra di emorroidi. Drastici (effetto dopo 2-3 ore): gialappa, scammonea. Una buona norma curativa è quella di associare o di alternare i vari purganti così da impedire fenomeni di assuefazione e migliorare l'effetto. Altri mezzi di cura della stipsi sono i clisteri emollienti (temperatura di 38°, miscela di acqua e olio di oliva o di vaselina), evacuativi (acqua semplice leggermente tiepida). Allo stesso scopo sono consigliabili anche le supposte di glicerina. Effetti positivi si possono anche conseguire con il massaggio addominale.

La stipsi in gravidanza - Un caso particolare rappresenta la stipsi che si osserva durante la gravidanza. In questo caso la donna incinta deve incominciare con il modificare la propria alimentazione dando la preferenza a verdura, frutta, liquidi. Fra i purganti sono utilizzabili quelli di tipo irritativo (fenolftaleina), tensioattivi (dioctilsulfosuccinato di sodio), sali (magnesio), lubrificanti (olio di vaselina, di paraffina). Questi ultimi, però, devono essere assunti con molta attenzione perché possono interferire con il metabolismo delle vitamine, riducendone cosi l'utilizzazione. Molta cautela deve essere usata con i clisteri poiché possono indurre delle contrazioni nell'utero e quindi fare correre il rischio di aborti non desiderati.

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