I medici oggi sono in grado di curare in maniera migliore chi ha il cuore malato e altrettanto sanno fare i chirurghi (con i by pass, con i pace-makers, o addirittura con i trapianti e con i cuori artificiali), ecco che l'uomo si è reso conto di poter arrivare ad avere un cuore a prova di malattia introducendo nella propria vita delle abitudini più sane. Ciò che importa è, per esempio, l’avere attorno al cuore un corpo magro ed efficiente e, in linea generale, il combattere - con intelligenza e buon senso - quelli che sono i peggiori nemici del cuore, affidandosi a quelli che del cuore sono invece dei buoni amici. In questo senso l’alimentazione ha un'importanza fondamentale.
Gli amici del cuore
HDL
= Lipoproteine del sangue ad alta densità: chi nel sangue ha un'elevata concentrazione di HDL, ha una minore tendenza ad avere l'infarto, dal momento che tali particolari lipoproteine tendono a mantenere ben pulite ed elastiche le pareti delle arterie; c'è chi ritiene che tale attività sia svolta soltanto da una particolare frazione delle HDL, quella delle Apo-A.
ALIMENTAZIONE
Può essere utile non soltanto evitare gli eccessi (come quantità di calorie, grassi saturi, zuccheri e sale da cucina), ma anche avere d'abitudine un'alimentazione ricca in fibre e pectine, e consumare ogni giorno una certa quantità di grassi polinsaturi; le fibre si trovano nella frutta e nella verdura, le pectine in certi frutti, in grassi insaturi, negli olii.
ATTIVITA’ FISICA
Ai fini della prevenzione delle malattie cardio-ischemiche, è molto vantaggioso praticare abitualmente - con una intensità dello sforzo proporzionata al grado di allenamento e all'età - attività fisiche di tipo continuo, come camminare, correre, pedalare, pattinare, nuotare, fare sci di fondo.
ALCOOL
È ben noto che l'eccessivo uso di bevande alcoliche provoca danni ai fegato, al cervello, al cuore e ad altri organi; il consumo abituale di una piccola quantità di alcool (pari a quella di un bicchiere e mezzo di vino a pasto, oppure di un bicchierino di amaro o di grappa al giorno) può invece aiutare a tenere pulite le arterie.
I nemici del cuore
IPERTENSIONE
= Alta pressione del sangue: di solito viene considerato iperteso chi ha la pressione massima del sangue che, espressa in millimetri di mercurio, è superiore a 140 e la pressione minima superiore a 90: il rischio aumenta in misura notevole quando la massima è sopra i 180 e la minima sopra i 100 millimetri. Spesso la pressione del sangue aumenta a causa di alcuni fattori quali l'obesità, l'eccessiva tensione psichica e l'eccesso di sale negli alimenti.
DISLIPIDEMIE
= Squilibri del colesterolo e di altri lipidi nel sangue): un tempo ci si preoccupava soltanto della concentrazione nel sangue del colesterolo. Oggi si sa che, ai fini del rischio di infarto, hanno importanza altri lipidi del sangue, in particolare alcune lipoproteine: le alte concentrazioni di LDL (lipoproteine a bassa densità) e le basse concentrazioni di HDL (lipoproteine ad alta densità) fanno aumentare i rischi.
FUMO
L'abitudine al fumo di sigaretta e, in misura minore, a quello del sigaro e della pipa, oltre a causare disturbi infiammatori (bronchiti, laringiti e così via), disturbi digestivi e ad aumentare la probabilità di tumori, aumenta anche i rischi per il cuore.
ALIMENTAZIONE
Può essere dannosa per il cuore un'alimentazione abbondante, o troppo ricca in zucchero, in sale e in grassi, soprattutto in grassi saturi,cioè quelli di origine animale, come il burro o come quelli che sono contenuti nella carne bovina o suina.
ECCESSO DI STRESS
Quando lo stress è eccessivo, si determinano nell'organismo cambiamenti che, inizialmente, sono legati in prevalenza alla concentrazione nel sangue di determinati ormoni, ma che poi influiscono anche su molte funzioni e su molti organi: si possono verificare, per esempio, dislipidemie e aumento della pressione del sangue.
PERSONALITA’ DI TIPO A
Secondo alcuni ricercatori nordamericani, sono assai più soggetti a infarto gli individui che, dal punto di vista della personalità, vengono classificati di tipo A, quelli cioè che sono più aggressivi e che vogliono sempre emergere.
CARENZA DI ATTIVITA’ FISICA
L'uomo è fatto per muoversi: la carenza di attività fisica determina perciò la cosiddetta "malattia ipocinetica": i muscoli diventano deboli e flaccidi, le ossa fragili, le articolazioni meno mobili, l'efficienza generale cala e aumenta la probabilità di malattie del cuore, in particolare l'infarto.
OBESITA’
Chi ha molti chilogrammi di grasso superfluo, ha un rischio sensibilmente maggiore di andare incontro a molte malattie, innanzitutto a quelle del cuore.
ETA’ E SESSO
Aumentando l'età aumenta anche il rischio di infarto. L'uomo ha probabilità di avere infarti quattro volte superiori a quelle della donna, soprattutto fino alla menopausa.
EREDITARIETA’
Il rischio di infarto è superiore in chi ha avuto genitori, nonni, fratelli o sorelle che hanno avuto l'infarto o altre malattie arteriosclerotiche.
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