Passa ai contenuti principali
Macrolibrarsi

Rilassarsi con lo yoga



Gli insegnamenti di una dottrina di seimila anni fa per superare la solitudine e le nevrosi.
La parola yoga deriva da una radice indoeuropea, yuj, che significa congiunto, fuso, unito ed esprime compiutamente quello che è il fine dello yoga: unire l’individuo all’universo, farlo vivere e palpitare seguendo i ritmi profondi di tutto il mondo della natura entro cui trova una pace completa.
Pur essendo una dottrina vecchia di seimila anni, lo yoga risulta anche sorprendentemente moderno: per chi esercita lo yoga (yoghin) tutto è illusione, il corpo, il mondo e tutto si risolve in una forma di energia, così appunto come sostiene la fisica attuale secondo cui tutte le particelle elementari (fotoni, elettroni, mesoni, neutroni ecc.) sono soltanto energia e si risolvono in forme di energia.
La diffusione dello yoga in Occidente risale al secolo scorso quando fu fatto conoscere dai cittadini inglesi che si erano stabiliti in India. I principali testi oggi conosciuti sono lo Hathayoga Pradipka (circa 1500 dopo Cristo), il Geranda Samita (1600 dopo Cristo), gli Yoga Sutras di Patanjali (1300 avanti Cristo, il primo testo di raja yoga), gli Upanisad (1500 avanti Cristo, i testi più antichi di jnanayoga attualmente noti). Il più importante dei testi classici di yoga è il Bhagavad Gita (circa 300 dopo Cristo) in cui sono raccolti i cinque principali sistemi yoga:
  • jnanayoga, yoga della conoscenza;
  • bhaktiyoga, yoga della devozione;
  • mantrayoga, yoga della preghiera;
  • hathayoga, yoga fisico, attento particolarmente agli aspetti fisici della persona;
  • rajayoga, yoga della ragione, soprattutto dedicato ai problemi psicomentali.

Yoga e psicoanalisi – Una correlazione molto stretta lega lo yoga alla concezione psicoanalitica: Freud cercava di portare alla coscienza i conflitti inconsci per scioglierli. Lo yoga tende a superare le esigenze del proprio essere per raggiungere l’infinita pace del nirvana: gli istinti e i desideri repressi (samskara) sono distrutti alle loro origini. Per la psicoanalisi l’aggressività, i sentimenti di autopunizione e di colpa stanno alla base delle nevrosi e ugualmente per lo yoga che cerca di raggiungere la tranquillità dello spirito tramite la rinuncia alla violenza e l’educazione alla tolleranza. Dice infatti Vivekananda: <<se non fate alcun male per altri dodici anni, anche i leoni e le tigri verranno a sdraiarsi ai vostri piedi, tanto grande è la calma che si eleva da un cuore senza peccato…>>.Anche lo yoga, come la psicoanalisi, ricorre al transfert, alla proiezione cioè, dei sentimenti rimossi, sulla figura del maestro (guru) che assume il significato della figura del padre. Lo scioglimento del conflitto nevrotico è facilitato dall’apporto di energia sottile (prana) e dall’educazione delle energie psichiche. La comunione intima con le forze dell’Universo permettono di superare più facilmente la solitudine tipica della malattia nevrotica.
Lo yoga è, generalmente, indicato per i soggetti in normali condizioni fisiche giacchè molte posizioni (asanas) possono risultare decisamente impegnative.
Tuttavia oggi viene sempre più utilizzato, nella sua forma di hathayoga, particolarmente in Occidente, per curare diverse forme morbose come asma, infiammazioni ai bronchi, alterazioni del normale ciclo mestruale con comparsa di mestruazioni dolorose (dismenorrea), sclerosi multipla, malattie muscolari (distrofia muscolare), stitichezza, aumento della pressione arteriosa.
Risultati assai significativi si possono ottenere nelle forme di alterazioni mentali (depressioni, psicosi di vario tipo) e soprattutto nelle malattie psicosomatiche (alterazioni del ritmo cardiaco, disturbi gastrointestinali, insonnia, aumento del metabolismo basale ecc.) in cui lo yoga può esercitare potentemente la sua funzione equilibratrice.






Lo hathayoga – Comprende tre pratiche principali: le kriyas (depurazioni), le asanas (posizioni) e il pranayama (con cui si controlla l’attività respiratoria).
Kriyas: si depura tutto il tratto digestivo usando particolari respirazioni depurative: 1) kapalabhati, forti espirazioni si alternano a inspirazioni lentissime; durante l’espirazione viene proiettato all’esterno materiale secreto soprattutto a livello dei bronchi; 2) uddiyana, l’espirazione provoca la profonda incavazione dell’addome con azione diretta sulla massa intestinale ed eliminazione della stitichezza; 3) nauli, perfezionamento dell’esercizio precedente per cui i muscoli retti addominali vengono stimolati prima da un lato e poi dall’altro; esercita un effetto benefico sugli organi viscerali; 4) basti, si depura il tratto terminale dell’intestino grazie ad acqua che viene aspirata attraverso l’ano in conseguenza della depressione che si crea all’interno dell’organismo per effetto delle posizioni.
Asanas: serie di posizioni che si assumono nella meditazione. Nello hathayoga si distinguono due tipi di asanas: le correttive e le rilassanti. Le prime si possono considerare veri e propri interventi fisioterapici diretti soprattutto ad agire sulla colonna vertebrale, sugli organi e sui muscoli, ossa e legamenti. Per la stretta relazione esistente fra corpo e mente, le asanas finiscono con l’influenzare anche potentemente e beneficamente la personalità. Le asanas rilassanti provocano dapprima uno stato di tensione a cui segue uno di rilassamento.
Pranayama: è rappresentato da esercizi respiratori che comprendono inspirazione, ritenzione (pausa), espirazione. A volte l’inspirazione viene forzata chiudendo una delle narici o, in parte, l’epiglottide. L’espirazione dura il doppio dell’inspirazione: la maggior durata dell’espirazione sembra avere un energico effetto tranquillante.

L’alimentazione nello yoga – Particolare importanza nello yoga viene prestata all’alimentazione, fondamento della salute. Una nutrizione imperfetta indebolisce l’intero organismo, modifica il sangue, altera il giusto funzionamento delle cellule cerebrali. Due sono i momenti fondamentali della nutrizione: la masticazione e l’assimilazione. Il processo di masticazione dei cibi deve essere prolungato, in modo che il cibo venga sminuzzato totalmente. L’assimilazione presuppone poi un sistema gastrointestinale integro per cui allo stomaco deve essere data la massima attenzione. L’alimentazione dello yoga tende alla spiritualizzazione ed è quindi orientata soprattutto in senso vegetariano, essendo contraria all’uccisione di qualsiasi essere vivente. Viene raccomandato un piatto di insalate crude, il consumo di almeno un frutto al giorno, il completamento con pane integrale, cereali non raffinati, verdura, germogli.

Commenti

Post popolari in questo blog

Tempi di digestione

  Quanto tempo ci vuole per digerire ? Questa tabella riassume la durata media di permanenza degli alimenti nello stomaco una volta ingeriti.

Dado vegetale ed estratto di carne

Dadi ed estratti di carne sono prodotti di scarso valore alimentare che hanno il solo scopo di ravvivare il sapore delle vivande. L'idea di utilizzare gli estratti di carne venne al chimico belga Justus Von Liebig nel secolo scorso, che ritenne in tal modo di risolvere il problema della conservazione del brodo, concentrando i principi nutritivi contenuti nella carne. Lo sviluppo industriale che si ebbe in seguito alla scoperta di Liebig fu anche favorito dalla grande disponibilità di carne dell'Argentina e dai problemi connessi agli scambi e al trasporto delle carni. Gli stabilimenti per la preparazione degli estratti di carne sorsero nell'America Meridionale dove la carne utilizzata per la trasformazione aveva un prezzo bassissimo dato che la maggior parte dei bovini veniva impiegata quasi esclusivamente per ricavarne pellame. Col tempo la situazione si è modificata, in seguito alla rapidità dei trasporti e allo sviluppo dei moderni mezzi di conservazione, per refri

il lavoro faticoso e pesante

Il lavoro muscolare pesante implica tutta una serie di rischi legati alla stessa fatica che può ritardare la capacità di reazione. Diversamente dal «lavoro a tavolino», un tipo di lavoro, cioè, leggero, intellettuale, «nervoso», legato quindi più all'attenzione e alla responsabilità che non piuttosto allo sforzo muscolare, oggi parliamo del lavoro considerato tradizionalmente, nel quale lo sforzo fisico occupa un posto prevalente. Questo tipo di lavoro interessa tutto l'organismo, giacché costringe qualsiasi organo o parte dell'organismo a intervenire. Essenzialmente è impegnato il sistema locomotore, ossia la struttura muscolare e ossea responsabile del movimento e capace di fornire l'energia indispensabile per compiere gli sforzi necessari all'esecuzione del lavoro.