I vizi assurdi: le droghe pesanti

eroina

La droga pesante distrugge sia fisicamente sia mentalmente: per questo i giovani ne devono conoscere i tremendi effetti e rifiutarla.
Con il termine "droga pesante" si indicano sostanze molto differenti fra di loro; alcune, come i barbiturici, sono dei medicamenti che vengono assunti deliberatamente in modo inesatto per ottenere effetti che ricordano quelli delle droghe.

Morfina ed eroina - Dal punto di vista della loro azione sul sistema nervoso centrale, queste sostanze sono perfettamente analoghe. Infatti l'eroina, quando è iniettata nell'organismo, si trasforma in morfina e come tale arriva al sistema nervoso centrale. Come si vede, la differenza è soltanto iniziale, poi il comportamento delle due droghe diviene perfettamente identico.
La differenza viene vissuta soltanto dal consumatore sia perché le due sostanze hanno una fase iniziale diversa sia perché l'eroina viene "tagliata", cioè aggiunta ad altre sostanze.

Dall'ottimismo all'ossessione - Quando si parla degli effetti dell'eroina bisogna sempre distinguere gli effetti prodotti dall'eroina in sé, quelli legati alle sostanze da taglio e, infine, gli effetti associati all'introduzione nel corpo di materiale che spesso è altamente inquinato.
Per quanto riguarda l'azione dell'eroina, si possono differenziare tre stadi.

1) Inizialmente il soggetto diventa ottimista, convinto delle sue capacità fisiche, intellettuali, professionali. Lavora con facilità ed entusiasmo, supera le difficoltà: è la fase in cui il rapporto con la droga è estremamente positivo per la forma di benessere psicologico che questa garantisce. È positivo il rapporto anche dal punto di vista sociale.
2) Nella seconda fase si instaura la dipendenza vera e propria: il periodo può durare 4-5 mesi per l'eroina e 1-2 anni per la morfina. Il soggetto avverte in questa fase una calma completa, totale. Nulla può colpirlo, nulla può farlo soffrire. Vive come dentro un cerchio magico. Tuttavia bada ancora pienamente ai suoi rapporti con gli altri, la sua attività non viene modificata. La vita familiare e affettiva diventa pressoché indifferente, la sessualità si riduce drasticamente.
3) Nella terza fase, tutto diventa ossessivamente fissato sulla droga. Ogni azione, gesto, pensiero è concepito soltanto in funzione dell'ottenimento della droga. Scompare tutto: famiglia, lavoro, rapporto sociale. Quando i soldi non bastano, si passa a un qualsiasi tipo di attività (furto, prostituzione) pur di procurarsi l'eroina o la morfina.
In questa fase si manifestano i sintomi più gravi con dolori allo stomaco, coliche, stati diarroici, disturbi visivi (incapacità di accomodamento), perdita dell'istinto sessuale, incapacità di concentrarsi mentalmente, sudorazione intensa, tremore, facile tendenza a svenire. In genere, i disturbi legati all'utilizzazione di derivati dell'oppio (eroina, morfina) consistono in depressione dell'attività respiratoria, disturbi a carico dell'attività gastrointestinale (spasmo del piloro, riduzione o blocco completo dei movimenti intestinali), spasmi delle vie biliari, spasmi dei bronchi, vomito, miosi (restringimento della pupilla), diminuzione della diuresi (eliminazione dell'urina).

La sindrome da astinenza - In caso di eroina, la sindrome inizia 8-12 ore dopo l'ultima somministrazione, si aggrava nei successivi 3-4 giorni, poi diminuisce di gravità e, alla fine, scompare.
Le manifestazioni variano molto da individuo a individuo. I segni più caratteristici e comuni sono rappresentati da sbadigli, lacrimazione, abbondante perdita di muco dal naso (rinorrea), accelerazione della frequenza respiratoria, brividi, senso d'angoscia; in taluni casi si può avere anche un collasso. Il paziente in queste condizioni deve essere immediatamente portato al pronto soccorso dove tutti i disturbi possono essere eliminati entro breve tempo.

Eroina e gravidanza - Uno degli effetti più gravi e insidiosi dell'eroina e di altre droghe è quello che si verifica durante la gravidanza. La fascia maggiore delle donne tossicodipendenti è compresa entro limiti di età che va dai 18 ai 25 anni, corrispondenti a quelli della massima fecondità. I dati finora raccolti dimostrano che la droga durante la gravidanza è pericolosa sia per la madre sia per il nascituro. Per la donna, poiché le condizioni generali già compromesse sono costrette ad affrontare un sovraccarico come quello rappresentato dalla gravidanza, e per il bambino giacché l'eroina supera la placenta e attacca direttamente l'embrione, riducendo il numero delle cellule e forse inibendo l'ormone della crescita. Ciò spiegherebbe perché questi bambini alla nascita presentano un peso inferiore alla norma.
Durante la gravidanza, si hanno indubbi segni di sofferenza fetale, con liquido amniotico tinto di meconio. In genere, il parto è prematuro e si verificano un numero maggiore di distacchi di placenta anche nel caso che questa sia normalmente inserita. Comunque, il dramma più grave si verifica alla nascita, quando, con l'espulsione, il bambino si trova improvvisamente privo di quella droga a cui era stato abituato durante la sua permanenza nell'organismo materno. Generalmente, durante le prime 24 ore di vita, si ha così una vera e propria sindrome di astinenza: i sintomi sono soprattutto rappresentati da estrema eccitabilità che può anche raggiungere lo stadio convulsivo, alterazioni a livello del sistema gastrointestinale, con vomito e diarrea, alterazioni a carico del sistema nervoso con lacrimazione e salivazione intensa. Se il neonato non viene immediatamente trattato si possono avere, in oltre il 90 per cento dei casi, convulsioni e morte. Il trattamento comprende, di solito, la somministrazione di metadone oppure fenobarbital o cloropromazina. La respirazione deve essere costantemente controllata così come il bilancio idrico, se è presente una grave diarrea. Dopo la fase acuta, il bambino deve essere tenuto in un reparto di pediatria per affrontare gli altri eventuali problemi.

Barbiturici

Rappresentano una classe di farmaci veramente indispensabili sia per quanto riguarda, ad esempio, la loro azione anticonvulsivante (epilessia) sia per la capacità di indurre il sonno (fase preanestetica e anestetica negli interventi chirurgici).

Un potente farmaco per superare l'ansia - Anche per i barbiturici si può differenziare un'azione acuta da una cronica. È sempre da tenere presente che circa la metà dei tentativi di suicidio viene effettuata proprio ricorrendo ai barbiturici: in questo caso i sintomi sono rappresentati da coma, depressione dei centri respiratori con alterazioni della respirazione, caduta della pressione arteriosa e della temperatura corporea, alterazione dell'attività cardiaca, riduzione dell'emissione di urina (oliguria).
L'intossicazione di tipo cronica è contraddistinta da una forte farmacodipendenza di tipo fisico. Sospendendo i barbiturici si verifica una sindrome di astinenza che, nella prima giornata, si manifesta con questi sintomi: agitazione psichica, tremori, mal di testa, intenso sentimento d'angoscia, contrazioni a livello dei muscoli, debolezza marcata, disturbi nel sonno, riduzione della pressione arteriosa. Dopo due giorni possono comparire manifestazioni convulsive di tipo epilettico, delirio, allucinazioni.
Effetti collaterali dell'uso dei barbiturici: insorgenza di uno stato di sfrenata allegria (ebbrezza barbiturica molto simile a quella che si ha dopo ingestione di un forte quantitativo di alcol), vertigini, rallentamento della capacità di ideare ed eseguire le azioni, dolori che ricordano quelli reumatici (reumatismo artralgico). I soggetti che utilizzano i barbiturici cercano soprattutto, con questo mezzo, di eliminare le reazioni ansiose e conseguire quindi uno stato di rilassamento e di calma. Tali farmaci danno la sensazione che ogni pericolo sia scomparso e che tutto possa essere superato con tranquillità. Il loro uso può dare (quando il farmaco viene utilizzato in dosi terapeutiche) sonnolenza, difficoltà nel parlare (espressione verbale rallentata).

LSD

L'effetto dell'LSD (dietilamide dell'acido lisergico) varia molto da soggetto a soggetto, dipende dalle caratteristiche psicologiche della personalità, dall'ambiente in cui lo si usa poiché i risultati variano molto se lo si prende in locali dalle forti stimolazioni sensoriali (luce, musica, rumore), oppure in altri in cui domini invece il silenzio, il buio, la solitudine.

L'azione dell'LSD sull'organismo - L'LSD agisce a vari livelli:
1) sul sistema nervoso vegetativo, con dilatazione eccessiva della pupilla (midriasi), accelerazione del ritmo cardiaco (tachicardia), aumento della temperatura corporea (ipertermia), aumento del contenuto di glucosio nel sangue (iperglicemia), erezione dei peli;
2) sul bulbo e sul midollo con conseguente diminuzione della pressione arteriosa (ipotensione) e riduzione della frequenza cardiaca (bradicardia);
3) sul sistema cerebro-spinale, con incapacità di coordinazione nei movimenti (atassia) e paralisi di tipo spastico;
4) sulla psiche, con stati di alterazione (comparsa di stati depressivi o euforici), allucinazioni, manifestazioni psicotiche;
5) sulle strutture periferiche, con costrizione a livello dell'utero, dei vasi sanguigni, della muscolatura dei bronchi.

Un "viaggio" spesso senza ritorno - L'uso dell'LSD può provocare situazioni in cui si rende necessario l'immediato ricovero al pronto soccorso del soggetto intossicato. Queste situazioni sono sostanzialmente due. • Reazione acuta di terrore, paura e panico. L'incapacità di controllare le proprie sensazioni, la perdita del senso del tempo e dello spazio, la convinzione di vivere in un universo totalmente diverso da quello abituale può causare in taluni di questi pazienti un sentimento violentissimo di paura che li spinge a compiere azioni del tutto ingiustificate e che possono rivelarsi pericolose sia per il soggetto intossicato sia per gli altri. L'azione del medico sarà appunto diretta a eliminare la reazione ansiosa.
• Flashback, che sono definiti da chi usa l'LSD con il termine pittoresco di "viaggi perduti" e sono quelle alterazioni di tipo sensoriale (illusioni visive, bagliori, allucinazioni con insetti e animali), somatico (sensazioni di perdita degli arti, alterazioni della sensibilità, dolori), emotivo (depressione, paura, con possibile tentativo di suicidio) che si possono manifestare all'improvviso anche dopo molti mesi che il soggetto non prende più la droga.

Cocaina

La si usa per inalazione attraverso il naso (sniffing); spesso viene utilizzata insieme all'eroina (l'insieme viene chiamato "spcedball"). Le caratteristiche principali della cocaina sono legate alla sua capacità di aumentare notevolmente il tono dell'umore, dare una sensazione di euforia, ridurre il senso della fame, della stanchezza, attivare le capacità mentali, ipervalutare le proprie capacità.

Le reazioni all'uso abituale - Se presa in quantitativi eccessivi può però causare, dopo un intenso senso di euforia, anche reazioni d'ansia e di sospettosità, con manifestazioni di tipo persecutorio associate ad allucinazioni visive, uditive, tattili.
In alcuni casi il soggetto intossicato può avere la sensazione di essere invaso da insetti (e talvolta si provoca delle mutilazioni per liberarsi da questi animaletti immaginari), oppure possono verificarsi ipersensibilità di tipo emotivo e un progressivo disinteresse per quello che riguarda l'attività sociale.
L'astinenza dalla cocaina non provoca effetti fisici, ma soltanto reazioni di tipo psicologico, in particolare depressione, disinteresse, sonnolenza.

Anfetamine

L'uso delle anfetamine provoca inizialmente senso di euforia, migliore capacità di concentrazione, mancanza di stanchezza, talora perdita di appetito. Le intossicazioni acute sono caratterizzate da agitazione, reazioni d'ansia, accelerazione del battito cardiaco, dilatazione eccessiva delle pupille, confusione mentale, allucinazioni. In taluni casi particolari può aversi anche coma.
Nei casi di uso prolungato (intossicazione cronica) si possono avere disturbi (psicosi da anfetamina) molto
simili a quelli rilevabili in pazienti affetti da schizofrenia, con delirio di persecuzione, allucinazioni, comportamenti di tipo depressivo.

L'unica speranza: la prevenzione

Il trattamento dei soggetti drogati apre una serie di problemi ben lontani dall'essere risolti e che nella maggioranza dei casi, purtroppo,non concede molte speranze. In tutti gli Stati dove viene usata la droga si sono effettuati tentativi, a volte molto diversi fra loro, ma i risultati sono sempre apparsi piuttosto deludenti. La fase iniziale, quella della disintossicazione nell'ambito clinico-ospedaliero, è quella più semplice giacché si agisce soltanto a livello fisico. Il problema si presenta successivamente, quando il tossicodipendente deve affrontare la fase della riabilitazione psicologica. Per questo sono stati compiuti vari tentativi: le comunità chiuse (dove il tossicodipendente deve rinunciare alla sua libertà fino a quando ha spezzato il ciclo della droga), le comunità aperte (in cui il soggetto rimane soltanto se lo desidera), la somministrazione di farmaci che agiscono come la droga e consentono di superare il periodo acuto dell'astinenza, il trattamento psicoterapeutico prolungato per anni. Comunque, i risultati finora conseguiti sono tragicamente insufficienti e l'unica vera cura della droga è quella preventiva: convincere i giovani a mantenersi lontani da qualsiasi tipo di droga.




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