Psicologia e obesità

disturbi alimentari
Spesso l'eccessiva alimentazione che porta all'obesità è solo un mezzo per compensare la mancanza di affetto con un altro elemento fondamentale per la vita: il cibo.

Obesità psicologica nel bambino - Gli stretti rapporti esistenti fra psicologia e obesità sono stati messi in luce soprattutto dalle ricerche psicoanalitiche. È stato infatti Sigmund Freud a rivelare per primo la stretta connessione esistente fra bocca e apparato gastrointestinale, in genere, e tipo di affettività e personalità. L'importanza delle sensazioni tattili-gustative legate all'allattamento, condizionano, in un certo senso, tutto il nostro futuro modo di avvicinarci al cibo. Un rapporto positivo fra la madre e il bambino durante l'allattamento, con la possibilità per il lattante di nutrirsi in un'atmosfera completamente rilassata e serena, associata alla possibilità di
"sentire" presso di sé il corpo della madre, garantirà in seguito un equilibrato sviluppo psicosessuale.
Nel caso di un cattivo rapporto lattante-madre viene compromesso non soltanto quello che è il successivo sviluppo psicologico, ma anche lo stesso modo di alimentarsi e, in particolare, di concepire la stessa funzione alimentare. In molte famiglie il rapporto con il cibo diviene centrale. Esistono genitori la cui unica preoccupazione è quella di alimentare i figli: «L'unica cosa Veramente importante — sostengono questi genitori — è di dare cibo ai figli. Così diventeranno sani e robusti e sapranno affrontare con tranquillità le difficoltà della vita».
Le ricerche psicologiche svolte particolarmente negli Stati Uniti hanno dimostrato che un atteggiamento di questo genere nasconde, spesso, un fondamentale disinteresse, quando non impulsi aggressivi, dei genitori verso i figli.
In queste condizioni il cibo ricopre un ruolo  di "copertura", nasconde, cioè, un'effettiva incapacità sia affettiva che psicologica, dei genitori nei riguardi dei figli. Il genitore si sente così completamente deresponsabilizzato per tutto quello che riguarda i rapporti affettivi verso i propri figli e la loro educazione.
I figli di questi genitori presentano caratteristiche abbastanza tipiche: sono piuttosto pigri, piuttosto isolati, incontrano difficoltà a integrarsi.
In loro l'alimentazione eccessiva appare semplicemente come un mezzo per sostituire una mancanza d'affetto con qualcosa che è altrettanto fondamentale per la vita: il cibo.
I genitori dei figli obesi mostrano, secondo alcuni psicologi, una particolare tipologia caratteriale: le madri sono spesso ansiose e insicure, per cui cercano di legare a sé il figlio attraverso il rapporto con il cibo. Inoltre, la loro ansietà (soprattutto se si tratta di un figlio unico) finisce con l'isolarlo dall'ambiente esterno, per il timore che possa esporsi a possibili pericoli. Saranno così eliminati gli sport, le gite con i compagni e tutto quello che allontana il figlio da casa. Il risultato ovviamente è un figlio che cerca nel cibo il compenso alle sue frustrazioni e quindi la comparsa di una obesità precoce.
I padri di questi bambini, frequentemente presentano degli spunti aggressivi inconsci nei riguardi dei loro figli, che vengono trattati o con eccessiva severità oppure, per compenso, con troppa indulgenza, creando così un clima affettivo del tutto incomprensibile, che fa vivere il figlio in una completa incertezza la quale, a sua volta, genera timore e frustrazione compensate con un eccesso di cibo.

Obesità psicologica nell'adulto - L'importanza dell'apparato gastrointestinale nelle manifestazioni psicologiche della vita adulta, spiega il suo coinvolgimento in molti casi di obesità psicologica nell'adulto. Infatti, questo apparato esprime, simbolicamente, l'accettazione o il rifiuto di una determinata situazione. Il rifiuto del cibo (che raggiunge il massimo nei casi di anoressia nervosa in cui il soggetto si lascia letteralmente morire di fame) esprime la volontà del soggetto di sottrarsi a ogni rapporto. Così, d'altra parte, la ricerca eccessiva degli alimenti, serve a "compensare" con il cibo il vuoto affettivo o psicologico in cui vive il soggetto. Ugualmente l'apporto del cibo può servire ad acquietare uno stato d'ansia. Il meccanismo psicologico per cui un adulto usa questo tipo di compenso è legato a una forma di regressione, di ritorno cioè, a un mondo infantile; alla fase, definita dagli psicoanalisti, orale, in cui il bambino nella primissima infanzia conosce tutto con la bocca: il seno materno, gli oggetti ecc. Cosa può scatenare questa regressione nell'adulto? Le cause possono essere molteplici: una delusione amorosa, l'incapacità di reggere alla dura competizione imposta dalla vita d'oggi, il timore di non potere fronteggiare i propri impegni professionali, la perdita di una posizione di prestigio ecc. Nelle donne, poi, molte volte, il timore di dovere affrontare responsabilità connesse alla famiglia, al matrimonio ecc., le porta a cercare in una forma di obesità la fuga dalle loro precise responsabilità.

Terapia - Dopo un accurato controllo clinico che escluda la presenza di una qualsiasi causa organica, si può passare al trattamento psicologico dell'obesità, che deve essere sempre contemporaneamente associato all'esecuzione della terapia dietetica. Sia nel caso del bambino che dell'adulto, il trattamento psicologico dovrà naturalmente cercare di mettere in luce tutte quelle motivazioni inconsce che portano il soggetto ad abusare del cibo per raggiungere la sicurezza che evidentemente gli manca. Saranno soprattutto indagati i rapporti con i genitori (o con le figure sostitutive dell'ambiente in cui il soggetto vive) per vedere se sono improntati a forme inconsce di aggressività o di timore. Si cercherà inoltre di stabilire una tipologia dei caratteri della madre e del padre (nel caso dei bambini nella prima e seconda infanzia) cercando di stabilire quale è stato il loro comportamento verso il figlio, se hanno incoraggiato o meno il figlio a vivere in maniera indipendente o no, se lo hanno fatto partecipare ad attività sportive, se sono stati eccessivamente indulgenti o severi ecc.
Il trattamento delle obesità psicologiche richiede sempre interventi di tipo analitico (la psicoanalisi o le altre forme di psicologia dell'inconscio). La durata della terapia varia in relazione all'età e alla gravità dei problemi inconsci che "bloccano" la vita istintiva del soggetto. Comunque, statistiche nord-americane hanno dimostrato che il trattamento psicologico associato alla dieta permette di conseguire nella maggioranza dei casi risultati positivi.

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