Passa ai contenuti principali
Macrolibrarsi

L’acqua

idratazione
Elemento essenziale e insostituibile per l'organismo umano è un componente indispensabile dell'alimentazione.

Funzioni e proprietà dell'acqua - L'acqua è il principale costituente inorganico di qualsiasi essere vivente. Tutte le reazioni chimiche che hanno luogo in una cellula si svolgono in un ambiente acquoso, inoltre la maggior parte dei composti che intervengono nel metabolismo cellulare sono solubili in acqua. Nel corpo umano l'acqua rappresenta più del 55% del peso totale e in un neonato la percentuale è anche più elevata. Le sue funzioni nell'organismo sono molteplici:
l'acqua che si trova all'interno di ogni cellula costituisce il mezzo in cui si svolgono tutte le attività metaboliche, l'acqua che sta all'esterno delle cellule, denominata liquido interstiziale, consente il trasporto delle sostanze nutritive che, attraversata la barriera costituita dalla membrana cellulare, entrano nella cellula e ne permettono il corretto funzionamento; con un meccanismo simile i residui del metabolismo cellulare vengono eliminati e il liquido interstiziale provvede a rimuoverli. Il plasma sanguigno è sostanzialmente formato da acqua e nel corpo umano questo fluido circolante rappresenta
non meno del 10% del peso totale. Anche il sangue svolge importanti funzioni di trasporto di prodotti di scarto e di nutrienti da e verso i tessuti. Una particolare proprietà chimico-fisica dell'acqua consente di mantenere nell'organismo un adeguato equilibrio termico. In altre parole l'acqua fa sì che tessuti e organi diversi si trovino a temperature pressoché uguali. Al tempo stesso la sua evaporazione sulla superficie corporea garantisce, attraverso la sudorazione, una rilevante perdita di calore quando la temperatura esterna è elevata. Poiché l'evaporazione dell'acqua richiede calore, l'effetto finale di questo fenomeno è l'abbassamento della temperatura corporea superficiale con un senso di benessere. In condizioni normali l'organismo si trova in equilibrio idrico, ossia l'acqua persa per varie vie (minzione, traspirazione, eliminazione delle feci, il cui contenuto di acqua è del 75%, lacrimazione, respirazione) deve eguagliare in ogni momento la quantità di acqua assunta direttamente o come bevande acquose o anche con gli alimenti. Se questo equilibrio viene turbato e una insufficiente quantità di acqua viene fornita all'organismo, un meccanismo delicato, stimolato dai centri cerebrali, determina la sensazione di sete e induce all'assunzione di acqua o di altri liquidi. Viceversa un'eccessiva ingestione di acqua ne comporta un'aumentata escrezione mediante una eliminazione delle urine più frequente (pollachiuria) o più abbondante (poliuria) o una più intensa sudorazione.

Un elemento indispensabile - La prova evidente dell'assoluta necessità dell'acqua per il corretto funzionamento dell'organismo è data dal fatto che mentre un digiuno anche abbastanza prolungato non mette in pericolo la vita di un individuo, sono sufficienti pochi giorni durante i quali non si introduca alcun liquido per portare alla morte per disidratazione. La media di sopravvivenza, per chi non ingerisca neanche una goccia d'acqua e si trovi a una temperatura esterna di 43 °C non supera di molto il giorno. Con una temperatura media di 37 °C si può sopravvivere un paio di giorni e si arriva a 8 giorni se la temperatura media dell'ambiente è di 21 °C. Questo spiega anche perché è buona norma che gli sportivi che si sottopongono a sforzi fisici intensi per periodi abbastanza prolungati (tennisti, ciclisti, alpinisti, sciatori) reintegrino di tanto in tanto i liquidi persi, meglio se con bevande acquose tiepide. Infatti i liquidi molto freddi determinano una vasocostrizione nelle mucose della bocca, della gola, dello stomaco; il primo effetto, è quello di un senso di ristoro, subito dopo, però, segue un forte afflusso di sangue nei tessuti e la sensazione di sete ricompare. Viceversa l'assunzione di bevande tiepide placa la sete ed evita pericolosi stress termici alla mucosa dell'intestino.

Quale deve essere l’apporto giornaliero - Il fabbisogno di acqua varia sensibilmente in funzione non solo dell'età del soggetto (in rapporto al peso per i bambini le quantità consigliate sono circa una volta e mezza quelle indicate per gli adulti), ma anche del contenuto calorico della dieta, della temperatura esterna, delle condizioni fisiche del soggetto. Infatti la febbre, la dissenteria, il vomito, aumentando sensibilmente le perdite idriche, richiedono un maggiore apporto di acqua. Mediamente la quantità di acqua consigliata per un adulto si aggira intorno ai 2*5-2,7 litri, di cui la metà è normalmente costituita da acqua e da altre bevande acquose, 0,3 litri sono prodotti all'interno dell'organismo con il metabolismo cellulare e la quota restante viene assunta con gli alimenti solidi. I sintomi più evidenti della carenza di acqua, oltre alla sensazione di sete, sono secchezza della cute, debolezza, infossamento dei bulbi oculari, oliguria e anuria, cioè mancanza di urine, nei casi estremi.

Commenti

Macrolibrarsi

Post popolari in questo blog

Tempi di digestione

  Quanto tempo ci vuole per digerire ? Questa tabella riassume la durata media di permanenza degli alimenti nello stomaco una volta ingeriti.

Dado vegetale ed estratto di carne

Dadi ed estratti di carne sono prodotti di scarso valore alimentare che hanno il solo scopo di ravvivare il sapore delle vivande. L'idea di utilizzare gli estratti di carne venne al chimico belga Justus Von Liebig nel secolo scorso, che ritenne in tal modo di risolvere il problema della conservazione del brodo, concentrando i principi nutritivi contenuti nella carne. Lo sviluppo industriale che si ebbe in seguito alla scoperta di Liebig fu anche favorito dalla grande disponibilità di carne dell'Argentina e dai problemi connessi agli scambi e al trasporto delle carni. Gli stabilimenti per la preparazione degli estratti di carne sorsero nell'America Meridionale dove la carne utilizzata per la trasformazione aveva un prezzo bassissimo dato che la maggior parte dei bovini veniva impiegata quasi esclusivamente per ricavarne pellame. Col tempo la situazione si è modificata, in seguito alla rapidità dei trasporti e allo sviluppo dei moderni mezzi di conservazione, per refri

il lavoro faticoso e pesante

Il lavoro muscolare pesante implica tutta una serie di rischi legati alla stessa fatica che può ritardare la capacità di reazione. Diversamente dal «lavoro a tavolino», un tipo di lavoro, cioè, leggero, intellettuale, «nervoso», legato quindi più all'attenzione e alla responsabilità che non piuttosto allo sforzo muscolare, oggi parliamo del lavoro considerato tradizionalmente, nel quale lo sforzo fisico occupa un posto prevalente. Questo tipo di lavoro interessa tutto l'organismo, giacché costringe qualsiasi organo o parte dell'organismo a intervenire. Essenzialmente è impegnato il sistema locomotore, ossia la struttura muscolare e ossea responsabile del movimento e capace di fornire l'energia indispensabile per compiere gli sforzi necessari all'esecuzione del lavoro.